Macerie prime. Sei mesi dopo, ultimo fumetto di Zerocalcare (Michele Rech), esce nelle librerie a distanza di sei mesi dal primo capitolo della storia. Importante è anticipare, per chi non conosce l’autore, che i suoi fumetti hanno al loro interno sempre gli stessi personaggi principali, un cast a cui i suoi lettori si sono particolarmente affezionati. Anche in questo è così. A rendere particolare questo libro è senz’altro l’aspetto emotivo ed emozionale, che mette i personaggi, ormai adulti, davanti a delle scelte importanti. Devono trovare la forza di affrontare le proprie paure.
Partiamo dalla trama:
Nasce il figlio di Cinghiale. Gli amici si riavvicinano. Niente è più come prima. Sei mesi dopo l’uscita di «Macerie prime», Zerocalcare torna con il capitolo conclusivo della sua storia più emblematica e contemporanea. Il senso di precarietà sociale del suo cast sembra assoluto, i rapporti amicali si lacerano, le tenebre avanzano. Piccoli pezzi di ciascuno vengono perduti, rubati, cambiano gli equilibri. E l’armadillo è sempre latitante. Se una soluzione esiste, in cosa consisterà?
Gli aspetti lasciati in sospeso alla fine del primo capitolo della storia vengono ripresi anche se a distanza di tempo. Il primo volume si era interrotto con una rottura tra il protagonista e i suoi amici, esasperati dalle responsabilità che l’essere adulti comporta. I rapporti, interrotti per sei mesi, riprendono il via quando tutti decidono di andare da Cinghiale, l’amico che si era da poco sposato. Il libro infatti racconta proprio il riavvicinamento tra di loro, un riavvicinamento non del tutto semplice perché tutti sono andati avanti.
La narrazione si sposta di volta in volta su ogni personaggio, in modo da inquadrare meglio i cambiamenti, le fragilità che appartengono a ognuno di loro.
Un libro interessante, insolito rispetto ai precedenti, ma che non delude.