4 3 2 1, il fascino del nuovo romanzo di Paul Auster

“Cosa sarebbe stato della nostra vita se invece di quella scelta ne avessimo fatta un’altra?”, tutto ruota attorno a questa semplice e, allo stesso tempo, complessa domanda. A tutti è capitato almeno una volta nella vita di chiedersi cosa sarebbe della propria vita se avessimo fatto scelte diverse, o addirittura se una sola scelta, presa in modo diverso, avrebbe potuto alterare il corso degli eventi. Ci chiediamo quanto peso abbiano le nostre decisioni e che persone saremmo oggi se ci fossimo comportati in modo diverso.

È quello che anche Paul Auster si domanda, ma, soprattutto, quello che racconta in questo romanzo – edito da Einaudi e pubblicato il 10 ottobre – dai tratti innovativi, perché 4 3 2 1 è la storia di tutte le vite di Archie Ferguson, di quella che ha avuto e di quelle che avrebbe voluto o potuto avere. Infatti, saranno quattro le storie che avranno Archie come protagonista, quattro versioni della sua storia unite in un unico romanzo che viaggia parallelamente seguendo come filo rosso la sua crescita.

La struttura del libro è chiara, di ogni capitolo ci sono quattro versioni che sono ordinate così da poter permettere al lettore di tenere un filo logico, ma, in realtà, la lettura all’inizio risulta un po’ confusa proprio perché le versioni della storia viaggiano in contemporanea e quando si va avanti risulta difficile ricordare bene cosa sia successo esattamente nella parte precedente, in quell’esatta versione della storia.

Questa difficoltà, però, viene senz’altro superata perché la storia di Archie è affascinante, coinvolgente come lo stile di Paul Auster che parla con maestria di temi, a volte, molto delicati. La dolcezza, l’ingenuità e il bisogno di attenzioni di un Archie bambino vengono sostituiti con il desiderio di crescere, di innamorarsi, di imparare, di diventare ciò che si vuole essere davvero e di prendere parte nel mondo attivamente.
Il romanzo cresce, così come cresce Archie e se è vero che le quattro versioni differiscono tra di loro per ovvi motivi, c’è anche da dire che ci sono dei punti di contatto tra tutte le storie.

“A volte per raccontare una vita non basta una storia” e per questo Archie ne ha più di una. “Ogni vita nasconde, e protegge, dentro di sé tutte le altre che non si sono realizzate, che sono rimaste solo potenziali. E cosi ogni individuo conserva al suo interno, come clandestini su una nave di notte, le ombre di tutte le altre persone che sarebbe potuto diventare”.

4 3 2 1, si classifica certamente come uno dei migliori libri del 2017, candidato al Man Booker Prize, e non solo per la ventata di novità che porta con sé, ma soprattutto per la bravura di Paul Auster che riesce ad affrontare dei temi di una grandissima complessità con una delicatezza incredibile rendendo il suo ultimo romanzo quasi pedagogico, quasi un romanzo di formazione, perché mentre si leggono quelle pagine ci si sente un po’ Archie, si gioisce con lui, si sogna con lui, si soffre con lui, ma alla fine del libro non sarà solo Archie ad essere cresciuto, lo saranno anche tutti i lettori.