Al Lener di Marcianise esperti e studenti a confronto sui disturbi del comportamento alimentare per la presentazione del cortometraggio “Leggera come l’aria”

MARCIANISE – I disturbi del comportamento alimentare, il loro effetto su chi ne è affetto e le opportunità di supporto a chi vuole chiedere aiuto sono stati gli argomenti al centro dell’incontro “#iopesopositivo – Disturbi del Comportamento Alimentare, il corpo come mezzo di espressione” tenutosi ieri mattina presso l’Istituto Statale d’Istruzione Secondaria Superiore “Padre Salvatore Lener” di Marcianise in occasione della presentazione del cortometraggio “Leggera come l’aria” realizzato dagli studenti nello scorso anno scolastico.

Al tavolo dei relatori si sono alternati Michela Merola, psicologa e psicoterapeuta i.f. ed attivista per i disturbi del comportamento alimentare, Giuseppe Rauso, presidente dell’associazione EmmePì4ever, Raffaele Patti, attore e regista del cortometraggio, e Gianrolando Scaringi, giornalista e sceneggiatore del corto insieme ai ragazzi. Ad accoglierli e ad aprire i lavori è stato il preside Antonio Amendola, dirigente scolastico del Lener.

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

«L’adolescenza è un tempo difficile nel quale il peso diventa, spesso, una deterrenza per tutto – spiega la psicologa Merola (che ha aperto il suo intervento leggendo alcune parole da “Tutto il pane del mondo” di Fabiola De Clercq) – così si rincorre una ipotetica perfezione del corpo che, raggiunta, aprirà al tempo per le amicizie, per le relazioni, per la vita sociale. Ma, poi, non accade così ed il cibo diventa uno stupefacente, un modo per scostare l’attenzione dai problemi, per non sentire il peso delle emozioni. La restrizione alimentare, in fondo, è una tecnica facile da applicare ed è per questo che è necessario comprendere i campanelli di allarme del disturbo perché chi ne soffre trovi la giusta strada per chiedere aiuto. Non è una questione da sottovalutare: tra i giovani i disturbi del comportamento alimentare sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali».

«Mia figlia Mariapaola ha iniziato a soffrire di disturbi del comportamento alimentare all’età di 13 anni – racconta il presidente Rauso – per, poi, morirne a 18. Per lungo tempo questo argomento è stato un tabù poiché si riteneva che fosse l’ambiente familiare la causa scatenante. Invece è importante riconoscere il ruolo delle famiglie nell’aiuto a chi soffre di questi disturbi, sensibilizzare e formare al riconoscimento dei campanelli d’allarme. Come associazione ci battiamo soprattutto per questo ed abbiamo, da tempo attivato due ambulatori a Capua e Maddaloni per offrire ascolto ed assistenza a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. Di prossima attivazione sarà anche una residenza a Capua presso Palazzo Fieramosca».

IL CORTOMETRAGGIO

Realizzato nell’ambito di un progetto PNRR nello scorso anno scolastico, il film racconta in poco più di dodici minuti la storia di Ilaria, giovanissima studentessa che soffre di anoressia e che rincorre una forma perfetta rinnegando ogni forma di alimentazione nel segreto della sua quotidianità. Un percorso di silenziosa caduta nel baratro dei disturbi del comportamento alimentare sino al coraggio di chiedere aiuto.

«Con i ragazzi del laboratorio di sceneggiatura è stata affrontata la storia senza alcun preconcetto – riporta lo sceneggiatore Gianrolando Scaringi – e, partendo da alcuni incontri di scrittura creativa, sono stati loro stessi a scegliere la tematica in modo del tutto naturale. Per affrontare la storia ci siamo guardati intorno, prima osservando prodotti già realizzati sulle medesime tematiche e, poi, toccando testimonianze dal vivo attraverso i numerosi microblog “pro ana” (pro anoressia) e “pro mia” (pro bulimia) presenti sulla piattaforma Tumblr. Questo ci ha portati a comprendere meglio l’argomento ed a scrivere una storia verosimile e capace di portare un messaggio importante».

«Il lavoro sul set è stato una esperienza per tutti – commenta il regista Raffaele Patti – sia per l’importanza della tematica trattata, sia per l’occasione data ai ragazzi di toccare con mano le professioni del cinema. Un grande lavoro è stato fatto da Francesca De Crescenzo, la studentessa protagonista, così così come da tutti coloro che si sono messi in gioco davanti la telecamera, tra cui i docenti Fabio Zampella (anche come tutor) e Rossella Barsali. Senza dimenticare la tutor Fiorella Di Fuccia. Siamo felici che il corto abbia saputo toccare la sensibilità di molti per il suo messaggio e per la capacità di trasmetterlo e siamo fieri che stia già partecipando a molti festival scolastici che ne hanno riconosciuto la qualità del lavoro».

IL RUOLO DELLA SCUOLA

«Sono sempre stato convinto che la forza di volontà basti per affrontare problemi importanti come i disturbi del comportamento alimentare – ha concluso il preside Antonio Amendola – ma questa mattina abbiamo scoperto che non è così. La scuola ricopre un ruolo importante nel sensibilizzare e formare su queste tematiche e come Istituto siamo in prima linea per aiutare i ragazzi a raccontare e confrontarsi anche sui temi più delicati, come questo, attraverso un progetto innovativo che ha permesso loro di esprimersi mediante il linguaggio del cinema».