Caserta. Il Governatore della Campania De Luca ha annunciato che entro fine mese in corso sarà necessaria la presentazione del nuovo Piano Ospedaliero regionale, il vecchioPiano (decreto 49) sarà rivisto radicalmente e, secondo la nuova riscrittura, pare, non dovranno più essere chiusi altri ospedali. Se questo è vero, allora la programmazione sanitaria in provincia di Caserta va pensata ex novo, innanzitutto per quanto riguarda i posti letto, fortemente sottostimati. Teniamo a ricordare che la provincia di Caserta, in materia sanitaria, sia in fatto di risorse economiche che nell’assegnazione dei posti letto, è stata sempre assolutamente penalizzata, anche nel confronto impietoso con le altre province della Campania.
Nel corso di un attivo unitario dei quadri e delegati sindacali del Comparto Sanità, tenutosi a Napoli nei giorni scorsi, è stato così possibile ma soprattutto indispensabile evidenziare nel dettaglio le carenze relative alla sanità di Terra di Lavoro.
Innanzitutto mancano all’appello almeno 1000 posti letto, compresi tra i 500 del policlinico e altri 500 sottratti dalla rete regionale. È necessario potenziare le strutture ospedalieri esistenti, Teano, Capua e San Felice a Cancello, attualmente riconvertiti a metà, e lasciati quasi in abbandono. Devono rientrare nella rete dell’emergenza urgenza (attivazione eventuale anche di Pronto Soccorso) al fine di recuperare posti letto per acuti, essenziali per questa provincia e per i loro territori di riferimento in perenne carenza.
Inutile programmare la costruzione di altri ospedali, quelli esistenti già possono rispondere a questa esigenza, sosto stati ristrutturati di recente con l’impiego di enormi risorse economiche. Va ricordato, inoltre, che queste strutture possiedono tutti i requisiti strutturali e tecnologici per affrontare l’emergenza/urgenza. È anche importante rafforzare la risposta assistenziale dei presidi di Maddaloni e Marcianise, delineandone un diverso futuro e potenziando le loro funzioni in un’ottica di piena autonomia gestionale. Inoltre, sarebbe opportuno ricollocare all’interno delle strutture ASL, il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, attualmente situato in fitto presso l’Azienda Ospedaliera. Quest’ultima azienda, deve ritrovare la sua funzione di fulcro e di alta specializzazione. È un’ importante riferimento provinciale per l’emergenza urgenza e non va assolutamente ridimensionata in termini di posti letto e di professionalità. Stesso discorso va fatto per l’Ospedale di Aversa, presidio di frontiera provinciale, essenziale rifermento di un popoloso territorio a cavallo tra le province di Napoli e Caserta.
Altro capitolo spinoso è il mancato decollo dell’integrazione tra ospedali e cure territoriali e domiciliari, integrazione oggi ancora al palo, senza un vero disegno organico e sinergico con l’Azienda Ospedaliera Sant’ Anna e San Sebastiano in primis e i diversi presidi territoriali. Manca una vera presa in carico del paziente con le sue problematiche e bisogni. Le cure primarie che svolgono un importante ruolo in questo settore, devono riorganizzarsi e integrarsi con i distretti sanitari e i servizi del sociosanitario, favorendo un’erogazione di un’assistenza continua nel tempo, di qualità e soprattutto di prossimità.
“Il nuovo Piano Ospedaliero – precisa il Segretario Generale Nicola Cristiani – deve implementare e attivare concretamente le diverse “reti” a partire da quella dell’Ictus, dell’emergenza/urgenza, quella cardiologica, ma soprattutto quella oncologica. Quest’ultima di primaria importanza per il nostro martoriato territorio, alle prese con la piaga dei roghi tossici e delle discariche illegali di rifiuti. Nella rete oncologica vanno principalmente potenziati gli operatori e le strutture impegnati nell’area della prevenzione, della diagnosi e della cura di migliaia di cittadini affetti da patologie tumorali. Su quest’ultimo punto siamo ancora oggi impegnati, insieme a CGIL e UIL, in una forte vertenza con le istituzioni provinciali e regionali, per chiedere maggiore attenzione, fondi, strutture e personale per fronteggiare il drammatico impatto delle conseguenze sulla salute derivanti dalla combustione illegale dei rifiuti“.
La Cisl Fp di Caserta si augura che le osservazioni e le idee prospettate da troppo tempo, siano ritenute importanti dal governo regionale e fatte proprie nel nuovo Piano Ospedaliero e in tutti gli atti ad esso collegati. “Nel frattempo, continueremo con fermezza la vertenza Terra dei Fuochi, fin quando non si avranno tangibili risultati di un miglioramento della qualità di vita e della salute delle persone”.