Caserta. I lavoratori del bacino senza più reddito di cittadinanza

CASERTA. Nulla di concreto dopo l’ennesimo incontro in regione. La Giunta  regionale rappresentata dal < Messia della politica> ci sta prendendo solamente in giro. Chiacchiere, chiacchiere, nessuno programma il futuro per i lavoratori del “Bacino di Crisi di Caserta”. C’è solo amarezza, delusione per una proposta per scolaretti ma non per padri di famiglia con i sani principi  ai quali è stato dato il ben servito – i corsi di formazione non possono fare miracoli come li fa San Gennaro.
Corsi di formazione che porteranno beneficio sopratutto agli enti di formazione mentre ai lavoratori candranno briciole, nemmeno l’equivalente della mobilità, stiamo parlando di circa 600 euro, che potrebbero arrivare a circa 800 se il tavolo tecnico fissato  per il 14 giugno ascolterà le proposte dei sindacati e quindi dei lavoratori
Tanti soldi, per le politiche attive, per la cultura e nessun sostenimento per i lavoratori. Siamo davvero stufi di ascoltare proclami di politici che nulla hanno a che vedere con chi professava il vero ideale della politica,battendosi per gli ideali dei lavoratori (se il caro Enrico Berlinguer  fosse in vita, sarebbe  morto di crepacuore) siamo   stufi di promesse mai mantenute, ma soprattutto siamo stufi di essere presi per i fondelli, diteci ora cosa accadrà. Oggi assistiamo ad un vergognoso teatro dove i dirigenti regionali sono le marionette dei cari nostri politici che da Montecitorio dettano le direttive del governo Renzi e del ministro Poletti che dice no agli ammortizzatori sociali. Oggi non c’è più pudore politico, è una completa vergogna pensare che gran parte dei lavoratori hanno tentato di cercare industriali pronti ad investire sul nostro territorio sostituendosi alla nostra mediocre classe  politica. Meglio il cavaliere Berlusconi che  con la sua corrotta politica imprenditoriale, almeno ci faceva mettere tutti d’accordo, per lottare  scendendo  in piazza per i nostri diritti (esempio la situazione francese, dove sindacati, ed operai si stanno battendo contro il governo). Noi vogliamo solo la nostra ricollocazione, vogliamo che ci sia garantito un futuro migliore, ma con il Partito Democratico, un partito che non riesce ad avere la giusta unione politica, rompendo quegli schemi di partito  come si può sperare che i nostri politicanti per il 2017 possano salvare i posti di lavoro, evitando l’aumento di 30.000 disoccupati.