«Dunkirk. La storia vera che ha ispirato il film» di Joshua Levine

Dunkirk, l’ultimo capolavoro di Christopher Nolan, è il nuovo fenomeno cinematografico. Uscito nelle sale italiane il 31 agosto, già campione di incassi in Gran Bretagna, sta riscuotendo grandissimo successo.

Non tutti però sanno che, pochi giorni prima dell’uscita di Dunkirk nelle sale italiane, la casa editrice HarperCollins ha deciso di pubblicare Dunkirk. La storia vera che ha ispirato il film di Joshua Levine che, in questo libro, ha dato voce ai dettagli più nascosti dietro a un evento storico così importante, ma nonostante ciò poco conosciuto. Lo stesso autore nella prefazione scrive: «cercherò di spiegare che cosa volesse dire essere un giovane soldato nel 1940, l’importanza della cultura giovanile, nelle sue diverse forme, nel periodo precedente alla guerra. Mi concentrerò sulle battaglie (e sui periodi in cui non ce ne furono) che portarono all’evacuazione. Ed esplorerò infine gli effetti di quella missione fino alla sua espressione più recente, ovvero il film che nel 2017 le ha dedicato Chris Nolan».

In effetti, a rendere ancora più appetibile la lettura di questo libro è la partecipazione attiva di Chistopher Nolan che, intervistato da Levine, mette in chiaro molte delle sue scelte cinematografiche, spiegando persino cosa lo abbia spinto a interessarsi così tanto a tale evento.

Di particolare importanza è senz’altro l’attenzione che entrambi dedicano a una tematica chiave, vista anche come chiave di lettura: la sopravvivenza. Lo stesso Nolan, nel corso dell’intervista, dice: «la storia ci attirava proprio perché non era una vittoria, non era una battaglia. È un’evacuazione. È una storia di sopravvivenza.» Per poi aggiungere: «io non sono stato in guerra. È il mio incubo peggiore, non riesco a immaginarmici. È per questo che Dunkirk diventa per me una storia di sopravvivenza. Il successo e il fallimento, per me, dipendono dalla sopravvivenza ed è per questo che quando Alex dice alla fine: «Ci siamo limitati a sopravvivere», il cieco risponde: «è già abbastanza». Perché, per quanto riguarda Dunkerque, il successo consisteva esattamente in quello. È per questo che Churchill ha potuto dire: «C’è della vittoria in questa sconfitta». Ecco la situazione che volevo provare a raccontare».

Dunkerque, per Levine, è un evento simbolo, un evento glorioso, non solo per la Gran Bretagna, ma per il mondo intero. «Se quei soldati fossero stati uccisi o catturati, la Gran Bretagna avrebbe dovuto sicuramente trattare la pace con Hitler, la storia avrebbe perso un corso di certo più cupo e oggi il mondo sarebbe molto diverso da com’è ora».  Ed è proprio per questo motivo che vuole, a differenza di Nolan, raccontare nel dettaglio ciò che è stato, liberando gli spettatori del film dallo stato confusionale creato appositamente dal regista per farli immedesimare negli eventi.

Nelle pagine di Dunkirk. La storia vera che ha ispirato il film ci si immerge negli anni ‘40, ma soprattutto nei sentimenti, negli stati d’animo delle persone che hanno vissuto sulla propria pelle quel pezzo di storia. Levine, attraverso i racconti e le testimonianze dei veterani e dei sopravvissuti, ricostruisce con straordinaria efficacia la storia dei soldati che rimasero per giorni sulla spiaggia, sotto i bombardamenti e il fuoco nemico, senza cibo né munizioni; dei civili che li portarono in salvo su imbarcazioni spesso piccolissime e sovraccariche; degli avieri che rischiarono la vita per far guadagnare del tempo prezioso ai compagni bloccati a terra; di coloro che su quelle spiagge morirono. Ma a colpire maggiormente è il racconto del sentimento di delusione e paura dei soldati che tornando a casa si sentivano non solo sconfitti, ma addirittura dei traditori; racconterà del loro stupore nel vedere la gioia di un popolo che li accolse con entusiasmo e di tutto quello che vi fu dopo il loro fortunato rientro.

Emblematica è una frase presente nell’ultimo capitolo in cui Levine scrive: «ecco il messaggio al cuore di questo libro. Quello della ritirata e dell’evacuazione non è un episodio di colore interessante solo per la Gran Bretagna, ma un pezzo di storia avvenuto prima dell’intervento degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. È la storia di come fu difesa la libertà del mondo, di come furono evitati nuovi secoli bui. Merita di essere ricordata».

Dunkerque merita di essere ricordata e se il film mostra fedelmente gli eventi di guerra, il libro racconta il lato umano, oltre che quello prettamente storico, dei soldati e dell’intero popolo inglese che ha desiderato tanto che i propri militari tornassero a casa sani e salvi e ha visto i propri sogni divenire realtà.