Il fiume della coscienza, il testamento intellettuale di Oliver Sacks.

“Conoscere la mia unicità e la mia antichità biologica, sapere che sono biologicamente imparentato con tutte le altre forme di vita, mi riempie di gioia. Questa conoscenza mi radica, permette che io mi senta a casa nel mondo della natura, che io abbia una percezione del mio significato biologico – quale che sia il mio ruolo nel mondo degli esseri umani e della cultura. E benché la vita animale sia di gran lunga più complessa di quella vegetale, e la vita umana di gran lunga più complessa di quella degli altri animali, io riconduco questa percezione del significato biologico all’epifania di Darwin sul significato dei fiori, e agli indizi che io stesso ne colsi, in un giardino londinese, ormai quasi una vita fa.”

Traduttore: I. C. Blum Editore: Adelphi Collana: Biblioteca Adelphi Anno edizione: 2018 In commercio dal: 17/04/2018 Pagine: 224 p., Brossura

Rimasta sulla scrivania di Oliver Sacks fino a due settimane prima della morte, questa raccolta di scritti ci offre la sintesi di tutte le sue tensioni conoscitive nell’ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e anatomia animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia – senza dimenticare la passione letteraria. Ed è proprio questo ventaglio a permettere a Sacks di scomporre il fiume della coscienza umana, e di farne emergere i caratteri più sconcertanti e controintuitivi. Esplorando le forme di vita «senziente» lungo l’intera scala degli «esseri organizzati» – a partire da piante come la Mimosa pudica, le cui foglie si contraggono alla minima sollecitazione tattile, e da certi vermi capaci di auscultare le vibrazioni del terreno e di sfuggire così agli uccelli predatori –, Sacks ci mostra come molte «menti» elementari condividano con noi proprietà fondamentali. E ci rivela anche come la fluidità e continuità di quel «fiume» sia in realtà composta da una successione di microsequenze discrete e possa essere minata da «bachi» sensoriali quali gli scotomi o l’ampia gamma di amnesie e inganni della memoria che va dai traumi sessuali immaginari a vere e proprie affabulazioni (come quella di Binjamin Wilkomirski, che descrive una sconvolgente esperienza concentrazionaria senza averla mai vissuta). La somma di queste indagini finisce così per assumere un valore testamentario, facendo confluire le scoperte e gli interrogativi di un grande esploratore della mente e della natura.

Un libro non solo per appassionati e studiosi, ma per curiosi perché Sacks riesce ad esporre in modo esemplarmente chiaro le sue teorie rendendole comprensibili a tutti.
I dieci saggi di cui è composto rappresentano un viaggio, un viaggio che inevitabilmente accresce il lettore grazie al contenuto e ai numerosissimi riferimenti presenti nel testo. Il fiume della coscienza non scade mai nella banalità, anzi apre numerosi interrogativi sulle questioni legate alla vita umana, alla sua evoluzione e sulla sua fine. Merito senz’altro da attribuire, oltre alla sua bravura e capacità, soprattutto alla sua passione che trasuda da ogni pagina. Libro consigliatissimo!