CASERTA – La Demiurgo Shakespeare Company si sta prodigando per la realizzazione di classici shakespeariani. Lo scorso fine settimana è toccato mettere in scena Il Mercante di Venezia.
L’hanno definita creatura teatrale, un progetto ambizioso che prende le coordinate dall’ultima shakespeariana Romeo e Giulietta messa in scena, avvenuta l’anno scorso, nello stesso posto, stessi attori diretti da Franco Nappi.
Il progetto prevede un piccolo scardinamento della tradizione teatrale: si fa teatro dove non si fa teatro. E allora dove? E’ presto detto. La Serenissima del ‘500 è ambientata in un punto della Reggia di Caserta semisconosciuto e poco visitato: l’Aperia. Posta sulla sommità della Reggia, zona giardini inglesi, fu realizzata all’epoca di costruzione della Reggia, cioè nella seconda metà ‘700 e Luigi Vanvitelli, noto progettista della Reggia e di tanti non teatri, intendeva utilizzare dapprima come bacino artificiale di raccolta dell’acque, ma l’opera non fu mai realizzata e nel periodo francese l’ambiente fu utilizzato per la produzione del miele. Da qui “Aperia”. Non mancarono altre aggiunte; come si può vedere nella nicchia centrale fu aggiunto -in seguito al gusto neoclassico- la statua di Cerere, che corrisponde alla dea greca Demetra, qui -immaginiamo- in veste specializzata di protettrice della natura che fa da contorno.
Tra roseti e quinte immaginarie, questo luogo ha di certo una diversa risonanza acustica, che non ha creato intralcio alla realizzazione della shakespeariana. Con grande arguzia da parte del regista, le vicende di amore e di avidità si sono intrecciate col luogo, facendoci perdere tra le isole e le gondole di una lontana Venezia. E tutto questo grazie soprattutto agli attori, che sono degli ottimi demiurghi.