La Cisas sulla Reggia di Caserta: “bisogna ripristinare la legalità”

La Segreteria della Confederazione Cisas, anche alla luce degli ultimi accertamenti che evidenziano l’esattezza di ciò che accadeva alla Reggia di Caserta, ribadisce: “la necessità di un ritorno di legalità e di correttezza all’interno del meraviglioso complesso borbonico, sottratto ai casertani ma non agli amici dei dirigenti, a taluni politicanti ed alle famiglie di defunti od ex dipendenti, che dovevano salvaguardare la stessa Reggia, invece di appropriarsene di fatto senza nulla pagare, nemmeno i tributi comunali, addossati agli ignari cittadini casertani, come la Tarsu.

È strano che tutti sapevano – rileva la Cisas – tranne i Rappresentanti sindacali aziendali della Reggia, cui ha dato fastidio che il nuovo direttore, essendo di Bologna, trascorresse qualche minuto in più nella Reggia per meglio comprendere il da farsi per rivalutare la Reggia, che – ormai  causa anche continue polemiche – aveva perso di prestigio nell’opinione pubblica,  non solo italiana.

La Segreteria della Cisas sarà, come lo è già stato, col Direttore Felicori (cui augura nuovamente buon lavoro) se al più presto porterà nell’intera struttura quella la legalità e quel  il prestigio, che la Reggia di Caserta aveva sino al 1980, allorquando – approfittando anche della cattiva politica e della scorretta  gestione – ognuno ha pensato di  appropriarsi di qualcosa non suo.

Solo alla Comunità casertana è stato tolto il diritto borbonico di accesso alla Reggia nel periodo della Pasquetta e, successivamente, anche quello del libero ingresso in quanto residenti, unitamente agli abitanti degli attuali comuni di Casagiove e San Nicola la Strada, ex frazioni di Caserta”.