La gabbia dorata, la storia di Faye

 

Faye sembra avere tutto. Un marito perfetto, una figlia adorabile e un lussuoso appartamento nel quartiere più elegante di Stoccolma. Ma, al di là della superficie scintillante, è una donna tormentata dai ricordi legati al suo oscuro passato a Fjällbacka, una donna che sempre più si sente prigioniera di una gabbia dorata. Un tempo era forte e ambiziosa. Poi è arrivato Jack, il marito, e lei ha rinunciato alla sua vita. Jack non è un uomo fedele, però, e quando Faye lo scopre, il suo mondo va in pezzi. Non le resta più niente, è distrutta. Fino al momento in cui decide di passare al contrattacco e di vendicarsi in modo raffinato e crudele… Faye non è certo la prima donna al mondo a essere stata umiliata dal marito, trattata come una stupida e costretta a lasciare il posto a una più giovane e piacente. Ma per lei è arrivato il momento di dire basta: «Unite siamo forti, non ci rassegneremo mai più al silenzio.»

Camilla Läckberg, nota come una delle più celebri scrittici di noir svedese, è tornata nelle librerie l’11 aprile 2019 con il suo nuovo libro “La gabbia dorata. La storia di Faye“. Un libro decisamente diverso rispetto ai precedenti, anche se sembra essere legato, per quanto concerne le tematiche, al precedente lavoro “Donne che non perdonano”. In questo libro protagonista assoluta è Faye che viene raccontata dall’autrice attraverso dei salti temporali. È il 2001 quando Matilda lascia Fjällbacka per scappare dal suo passato difficile decisa a ricostruirsi una nuova vita. Per riuscirci raggiunge la capitale e si iscrive all’università. È sempre in quell’anno che decide di rinunciare al suo primo nome adottando il secondo (Faye) come ufficiale. È nella capitale che incontra i suoi nuovi amici, ma è proprio lì che incontrerà Jack Adelheim, il suo futuro marito.
Nel presente Faye, infatti, è sposata proprio con Jack ed è, inoltre, la madre di Julienne, una bambina di 4 anni. Una vita “felice”, ma diversa da come l’aveva sognata. Per amore del marito, un ricco uomo d’affari, ha rinunciato ai suoi sogni e tutto ciò che le resta è ricoprire il ruolo di moglie e madre perfetta, un ruolo che fatica molto a mantenere. L’amore che la univa a Jack ormai è unilaterale, Faye vive nell’insicurezza, si nutre delle briciole d’amore che ogni tanto riesce a ricevere. La sua vita è una gabbia dorata fatta di frivolezze e apparenza perché tutto quello che importa è ciò che appare agli altri. Faye è infelice, ma troppo succube per capirlo, solo nel momento più doloroso, riesce ad allontanarsi, anche se non per propria scelta. È da questa grande sofferenza che Faye trova la forza per rialzarsi, decisa a vendicarsi per ciò che le è successo e per vendicare tutte le donne che hanno sofferto a causa degli uomini.
Un libro che si lascia leggere facilmente grazie alla scorrevolezza del testo che a volte sembra essere particolarmente crudo, mentre in altre occasioni risulta eccessivamente banale. È d’apprezzare, in particolar modo, la prima metà del libro in cui l’autrice fa immedesimare a pieno il lettore nel cambiamento lento ma inesorabile di Faye. Nelle pagine si percepisce il dolore, il sentimento di inadeguatezza che prova quotidianamente, un sentimento che è in netto contrasto con la gioia, la forze e la tenacia della giovane Faye di cui ormai è rimasto ben poco.
Seppur la decisione di affrontare un tema così spinoso, come quello della violenza sulle donne, sia apprezzabile, il libro nasconde dei risvolti surreali (difficilmente le cose sarebbero potute andare davvero così), ma il libro resta una lettura piacevole nonostante non sia indimenticabile.