La IX di Beethoven diretta da Antonio Pappano apre Un’Estate da Re alla Reggia di Caserta

CASERTA – Quando ti trovi di fronte ad una IX Sinfonia di Beethoven sai già che la serata che ti aspetta non sarà delle più facili. Quando, però, sai che chi ti troverai sul palcoscenico è l’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e che, alla direzione, ci sarà Antonio Pappano, allora ti distendi. Aggiungendo che la serata è in una location speciale, un cortile della Reggia di Caserta, allora non vedi l’ora di andare, non aspetti che sorprenderti.

Si apre così, con questo concerto, Un’Estate da Re, festival organizzato, primariamente, dalla Regione Campania che porterà il piacere e le emozioni della musica classica e della lirica nel nostro bel monumento casertano.

Organizza la regione e, infatti, con un gran colpo da prima donna, si impossessa di palco e microfono proprio il presidente, Vincenzo De Luca. Saluta i presenti, parla in politichese e sbaglia il nome del direttore della Reggia: Mauro Felicori diventa, per l’occasione, Mauro Policori (avrebbe potuto chiedere meglio, ma non fa niente). La platea lo ascolta, tutto esaurito secondo i dati (2.800 posti venduti in poche ore) ma i posti ci sono, soprattutto nella zona VIP ed io sono il primo che abbandona la sesta fila riservata alla stampa per piazzarmi in terza, area riservata al Teatro San Carlo: nessuno ci farà caso, ci sono posti vuoti anche in prima fila.

La serata va. L’orchestra parte con l’Allegro ma non troppo, un poco maestoso della Sinfonia. Pappano è squisito, un trascinatore nato, interprete sublime. Si vede la musica passargli attraverso e riempirlo e spronarlo nella sua poesia d’interpretazione. Il primo violino lo segue, incita, trascina ed, insieme al maestro, si emoziona, è irrequieto.

Peccato che, in questa grande emozione, si lascino trascinare solo le prime fine di violini, violoncelli e viole. I fiati fanno, in gran parte il loro dovere, i corni sono sublimi, ma il resto dell’orchestra non c’è. Non vorrei azzardare – anche se i dati dei miei vicini di seduta, abbonati al San Carlo da una vita, confermano – ma il 60% (o poco meno) degli strumentisti è assente (per non dire che è altrove).

Così, al veicolo di emozione del maestro Pappano e di pochi altri, si contrappone una piattezza noiosa che stenta a decollare e che viene salvata, nel finale, da un coro che fa il coro (anche se con qualche minima incertezza) e che esplode trascinando nel suo successo anche quei tre quarti di noia che l’orchestra «da rimorchio» (salvando la pace del 40% emozionante) era stata in grado di creare fino ad allora.

I solisti sono eccezionali: Rachel Willis-Sørensen, Adriana Di Paola, Brenden Gunnell e Thomas Tatzl sono in contraltare perfetto dello splendido coro che si stende alle spalle dell’orchestra. Trascinano la musica verso il Finale con una forza ed un impeto raramente riscontrabili in atre esecuzioni, emozionando un pubblico che, a stento, riesce a trattenere gli applausi. Peccato solo per i microfoni dedicati ai solisti: la Di Paola si sentiva appena.

Scroscio finale di appalusi. Meritatissimi quelli per Ciro Visco, maestro di un coro che mi piacerebbe risentire. Non mi piacerebbe, però, ripetere una simile esperienza d’ascolto, per gran parte massacrata da una buona fetta d’orchestra che ha suonato senza alcuno spirito interpretativo, così come eseguirebbe i pezzi un buon sintetizzatore. Il complesso della serata, eccezionalmente gradevole, è salvato solo dalla magia creata da coro e solisti che, sì, emozionano e fanno scrosciare un fiume di applausi, ma giungono come un doppio gol ai tempi supplementari: abbastanza per essere felici della vittoria ma troppo tardi per non dimenticare gli errori fatti in partenza. Alla fine non viene concesso nemmeno un, gridato a gran voce, bis: che ci siano frizioni tra maestro ed orchestra?

Un’Estate da Re parte con una serata che si salva, che stupisce ma non sorprende. È solo la prima, venerdì tocca al Nabucco – tutto esaurito, secondo la direzione – e regista e maestro dell’orchestra (questa volta è quella del San Carlo di Napoli, accompagnata da un coro misto San Carlo – Verdi) hanno già promesso che sorprenderanno. Non so perché ma credo che sarà così.