Vinti e Vincitori al Comunale il 25 gennaio, la luce di una candela sulla Shoah

CASERTA – «È di ieri la sentenza della Corte Suprema Tedesca che dichiara che “il partito neonazista non è vietato”. La presenza di tutti in teatro, nella circostanza di uno spettacolo che è garanzia assoluta di riflessione collettiva, sarà la verifica dello stato di capacità di una possibile convergenza tra cittadini ed istituzioni: perché il dovere di partecipazione di entrambi è la sola compatta dichiarazione di unità possibile davanti al dramma più buio della storia, monito per la determinazione al contrasto immediato per le nuove forme di barbarica violenza che inducono alla paura ed all’ auto ghettizzazione di popoli interi». Questa la dichiarazione di Patrizio Ranieri Ciu, direttore del Progetto Tradizione & Traduzione che mercoledì 25 gennaio alle ore 20,30 presso il Teatro Comunale di Caserta in occasione della Giornata della Memoria, porta in scena con la Compagnia della Città l’opera Vinti e Vincitori, accurato e particolare lavoro teatrale sul tema dell’Olocausto che ha ricevuto il viatico dello stesso Moni Ovadia complimentatosi per l’iniziativa del progetto cittadino.

Scritto con la collaborazione dell’insigne e compianto penalista Alfonso Martucci, Vinti e Vincitori è il processo all’attentato alla memoria da parte di chi intende negare il buio della ragione nell’Olocausto. Accusa e difesa si affrontano, attraverso testimonianze tra la più drammatiche della grande pagina oscura del secolo passato, di fronte ad un giudice che lascerà la giuria da sola a decidere. Un’umanità smarrita si muove in questa particolare aula di Giustizia per trovare rifugio forse solo nel Teatro, ultimo spazio che ancora si pone il problema di capire. È l’emblematico confronto tra chi afferma che gli ebrei sfruttano l’Olocausto per propri fini e chi dichiara che è stata la pagina di storia più aberrante della nostra civiltà.

Vinti e Vincitori porta lo spettatore a riflessioni mutevoli ed improvvise con un unico scopo: non dimenticare, proprio ora che siamo così vicini a quel cambio generazionale che cancellerà del tutto gli ultimi testimoni viventi. E la conclusione dell’opera sarà pronta a certificare la tremenda attualità della aberrazione umana.