Sparanise (Caserta). Il 14 agosto, nell’estate della prima pandemia del nuovo millennio, durante il rallentamento delle disposizioni del primo lockdown, quando alla tragedia vissuta si stava affiancando la paura ulteriore degli effetti che stiamo vivendo tutt’oggi, Calenia Energia S.p.A. presentava al Ministero dell’ Ambiente la documentazione per installare un nuovo impianto di generazione di energia elettrica da combustibile fossile – cioè bruciando gas – per incrementare la potenza dagli attuali 769 MW a 1.700 MW dell’impianto che gestisce a Sparanise (CE) da oltre 10 anni. Se si considera che il gruppo #Edison sta costruendo un’ altra centrale turbogas da 800 MWe a Presenzano (CE), si capisce quanto gas vogliono bruciare nel giro di poco più di 20 km.
ABBIAMO POCO TEMPO, NON POCA DETERMINAZIONE: entro venerdì 11 Dicembre 2020 si devono presentare le osservazioni e i pareri del No alla nuova centrale, da inviare al Ministero dell’ambiente (a questi indirizzi di posta elettronica: cress-5@minambiente.it,
Ogni soggetto, associazione, ente può inviare e motivare il suo no, a partire dai comuni a ridosso dell’impianto, il Comune di Sparanise, il Comune di Pignataro Maggiore, il Comune di Calvi Risorta, il Comune di Francolise, ma anche la Provincia di Caserta e la stessa Regione Campania, la quale ha scritto esplicitamente nel suo Piano Energetico Regionale che con le sole centrali idroelettriche dell’Alto Casertano e il triangolo termoelettrico di Sparanise-Teverola-Maddaloni si soddisfa già il fabbisogno energetico dell’intera regione. Così come attendiamo il parere del nuovo Presidente della Commissione Ambiente in Regione Campania, l’on. Giovanni Zannini.
CONTRO IL CAPITALISMO DEI DISASTRI #NONFOSSILIZZIAMOCI: riprendendo l’hashtag lanciato 2 giorni fa da Fridays For Future Italia e in relazione all’attacco che stiamo subendo, poiché è di questo che si tratta a ogni latitudine di questo Paese, anche noi prepareremo il nostro dossier da inviare al Ministero entro l’11 dicembre. Non è possibile proporre un nuovo impianto lì dove c’è una zona ASI ridotta a mondezzaio, accanto a quella che il Ministro Sergio Costa definì come la “DISCARICA INDUSTRIALE Più GRANDE D’EUROPA”, l’area ex-Pozzi.