Stop biodigestore a Caserta, nuovi piani per l’Amministrazione

Il biodigestore non rientra più nei piani del Sindaco Marino, proposto un piano per un impianto di recupero di cellulosa

CASERTA – Un rifiuto cessa di essere tale quando è stato sottoposto a un’operazione di recupero e soddisfa tutte le precise condizioni stabilite dall’art. 6 della direttiva quadro (2008/98/CE), come modificata dalla Direttiva 2018/851/UE, di seguito riportate:

  1. a) la sostanza o l’oggetto sono destinati ad essere utilizzati per scopi specifici;
    b) Esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
    c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
    d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

Soddisfatte contestualmente tutte le condizioni, il rifiuto risultante dal processo di recupero non è più tale in quanto è oggettivamente divenuto un prodotto, tutto questo tradotto con il termine End of Waste.

In occasione del Consiglio comunale, si è giunti alla proposta, lanciata dai capigruppo di maggioranza, di portare un piano di una società in house, dunque pubblica, che si occuperà di gestire un impianto per il trattamento e recupero di materiale assorbente che sorgerà in zona ex mattatoio. Il comune ha intercettato, grazie all’assessore Mucherini, un finanziamento da 10 milioni di euro che servirà per riqualificare l’area abbandonata da anni e installare l’impianto meccanico prezioso per trattare pannolini, pannoloni e altro materiale assorbente. Questa operazione è un vero e proprio processo ambientale di economia circolare che recupererà cellulosa, pronta per essere venduta e quindi ottenendo anche un ricavato assai redditizio per le casse comunali. Da qui la mozione urgente di impegnare sindaco e giunta a effettuare indagini preliminari integrative ambientali del suolo e del top soil all’interno del lotto di proprietà del comune in località lo Uttaro che confermino che i suoli sono idonei ai fini industriali e quindi non inquinati o da bonificare.

Come avverrà il recupero?

I primi protagonisti sono gli operatori specializzati che attraverso il porta a porta raccolgono i prodotti assorbenti per la persona usati (presso strutture centralizzate come ospedali, case di riposo, asili nido oppure nei centri di raccolta comunali).

La fase iniziale consta di accumulo dei rifiuti nella porta d’accesso dell’impianto e avviene il loro stoccaggio con il trasporto verso le unità centrali della macchina.

Poi si provvede al trattamento dei rifiuti che permette l’eliminazione della materia organica oltre che eliminazione dei cattivi odori e dei patogeni.

La prima unità del trattamento è un’autoclave, che grazie alla combinazione di vapore a pressione, sterilizza i prodotti assorbenti usati e i materiali costituenti vengono pre-separati.

In seguito dei nastri trasportano i prodotti nell’essiccatore, dove vengono asciugati. Questo processo consente l’abbattimento dei cattivi odori e l’eliminazione di tutti i potenziali agenti patogeni.

Infine una batteria di separatori in serie, attraverso un sistema di cilindri rotanti, separa e recupera le materie prime seconde.

Le materie prime seconde che risultano essere una doppia risorsa in quanto oltre ad esserci liberati del rifiuto, evitiamo anche di estrarre altre materie prime dalla Terra!