Santa Maria Capua Vetere. In seguito alla notizia data ieri, riguardante la ragazza 27enne, mamma di una piccola di pochi mesi, ammalata di cancro, ci è arrivata la segnalazione di altri 4 casi di persone sammaritane che stanno combattendo lo stesso male.
Due dei quattro non hanno neanche 30 anni, sono giovani e lottano contro un tumore ai polmoni; la donna invece sta lottando contro un tumore al seno; l’altra persona contro un linfoma.
Questi dati sembrano confermare quelli forniti tempo fa che vedevano Santa Maria come zona altamente inquinata, un’area rossa che ha la prevalenza di tumori riguardanti al seno (per le donne) e ai polmoni (per gli uomini).
Pochi i casi di prevenzione e precauzione, una città che sembra oscurare una piaga sociale, ambientale e sanitaria che sta sconvolgendo la vita di tanti.
Una valida opportunità sarebbe quella di adottare, così come è stato fatto nel Comune di Casoria, il progetto EPI.CA, che consentirebbe di ottenere dei dati “di prima mano” sulla situazione delle malattie neoplastiche. Tali ambulatori sono collegati in rete tramite software di gestione cartelle cliniche su cui è stato implementato agli inizi del 2013 una routine di rilevazione dei dati relativi i pazienti oncologici. Questa enorme opportunità permette la redazione di Studi epidemiologici osservazionali che possono aiutare a capire le associazioni tra i fattori di rischio e tumori specifici. Così è possibile generare ipotesi sugli interventi che potrebbero ridurre l’incidenza del cancro e la morbilità in generale.
“Gli scopi del progetto sono:
-Coinvolgere tutti i medici e pediatri di famiglia di Casoria nella osservazione ed invio dati al Distretto Sanitario;
-Produrre, periodicamente, report per la popolazione e le autorità sanitarie sulla situazione neoplasie nella città;
-Valutare l’incidenza e la prevalenza delle malattie oncologiche;
-Avviare studi sulla causa di eventuali incidenze “anomale”;
-Creare una mappa per valutare zona per zona l’incidenza e la prevalenza di malattie tumorali;
-Avviare consequenziali progetti di prevenzione primaria e secondaria che coinvolgano istituzioni politiche e sanitarie”.
Il tutto, inoltre, è a costo zero, e quindi facilmente realizzabile.
“Santa Maria – ha dichiarato la sociologa Novella Vitale – è una città che dimentica tutto. Ha dimenticato le dichiarazioni del pentito Guida in merito alla presenza di rifiuti tossici nella zona di Sant’Andrea, ha dimenticato i roghi che quotidianamente si verificano in ogni angolo della città, ha dimenticato i beni confiscati alla camorra e anche il fumo che usciva dal terreno sempre in località Sant’Andrea nel luglio 2015. Inoltre dimentichiamo anche le problematiche nei comuni limitrofi: una delle discariche più grandi d’Europa a Calvi Risorta, o il laghetto dei Veleni in località Sant’Angelo in Formis. La vita merita di essere vissuta e piegare il capo ai potenti non servirà a nulla. Se le cose vengono dimenticate, siamo destinati a ripeterle. Occorre risolverle per cercare di non riviverle”.