Lanciata da Amazon il 1° maggio, la tanto attesa serie Tv American Gods risulta essere già la più seguita sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video.
Ad allietare la felicità dei numerosissimi fan, Amazon ha appena annunciato che lo show è stato rinnovato anche per una seconda stagione.
American Gods si ispira all’omonimo romanzo fantasy di Nail Giman, autore britannico, noto anche come sceneggiatore di fumetti, tra cui il fortunato Sandman.
Pubblicato in America nel 2001 e distribuito in Italia nel 2003 da Mondadori,
American Gods ha entusiasmato fin da subito critica e pubblico, posizionandosi in brevissimo tempo in vetta alle classifiche dei titoli più letti.
Divenuto un best-seller, tradotto in 22 lingue, ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali; il premio Bram Stoker, il premio Nebula e il premio Hugo.
In un immaginario visionario, magico, American Gods mette in scena la lotta delle antiche divinità bibliche e mitologiche, contro i nuovi dei che si stanno imponendo sempre di più alle coscienze umane. Se da un lato ci sono gli dei appartenenti alla mitologia egiziana, slava, africana, irlandese e dei nativi d’America, nel nuovo mondo sono la televisione, i mass media e la tecnologia a farsi dei nella società contemporanea.
Protagonista delle vicende è Shadow Moon (Ricky Whittle) ex galeotto che esce dal carcere cinque giorni prima del previsto per partecipare al funerale della moglie Laura (Emily Browning), deceduta improvvisamente in un incidente stradale. A cambiare le sorti del suo destino è l’incontro con il misterioso Mr.Wednesday (Ian McShane) che gli offre un lavoro come guardia del corpo, trascinandolo in giro con sè attraverso gli Stati Uniti.
Lo strano intento di Mr. Wednesday è quello di creare una colazione tra gli antichi dei, volta a recuperare il potere e l’influenza ormai perse a causa dell’imporsi delle nuove divinità.
Non meraviglia, infatti, che una vicenda così straordinaria, come questa raccontata da Nail Giman, possa aver affascinato diversi produttori cinematografici per la realizzazione di un suo adattamento televisivo.
Dopo il tentativo senza successo di HBO di dar vita ad un lavoro cinematografico ispirato al romanzo,
sono stati i produttori Michael Green e Bryan Fuller (creatore di serie cult come Hannibal, Dead like me, Heroes) a credere in questo progetto e a dargli forma.
La maestria della trasposizione cinematografica evince anche dal suo essere ossequiosamente fedele alle vicende del libro. Bryan Fuller, infatti, ha rivelato a Tv Insider: “Abbiamo creato uno show per le persone che non hanno letto il libro e non hanno idea di cosa accadrà“.
Rara eccezione in cui anche i lettori del best-seller possono rimanere altrettanto soddisfatti dell’opera cinematografica.
Unica differenza, rispetto al romanzo, è l’aggiunta di una nuova divinità: Gesù Cristo.
I produttori Michael Green e Bryan Fuller hanno dichiarato a Gq Us:
“Volevamo inserire un anello di congiunzione tra gli dei antichi e quelli nuovi e Gesù Cristo è una divinità relativamente giovane degli dei antichi. Eravamo anche interessati al fatto che partendo dalle premesse del libro, secondo cui se si crede in qualcosa questa si manifesta, ci saranno nel mondo molti Gesù… che dipendono dalle interpretazioni che i popoli hanno fatto della sua storia.”
Oltre ai già citati Ricky Whittle, Ian McShane e Emily Browing, il cast di American Gods si avvale di altri nomi noti nel mondo delle serie Tv, come Pablo Schreiber (Orange is the New Black), Gillian Anderson (X-Files, Hannibal), e Orlando Jones (Sleepy Hollow).
Dall’atmosfera gotica, onirica e a tratti horror, American Gods immerge gli spettatori in un incubo ad occhi aperti.Tra scene di violenza, sangue, nudità esplicite, i personaggi si muovono in una dimensione quasi surreale, scissa tra gli enigmatici ed assurdi sogni e visioni che li tormentano e la realtà che li circonda. American Gods di certo non difetta di quegli immancabili ingredienti che riescono quasi sempre a suggestionare e incantare gli spettatori; portando lo show a non deludere le aspettative dei fan e a collocarsi come un possibile successo del piccolo schermo.