Laudadio, Schiano e Saltarelli in «Dolore sotto chiave». Un Eduardo De Filippo rivisto e riletto con coraggio (e successo) al Teatro Comunale di Caserta

CASERTA – Dolore sotto chiave e Pericolosamente. Tony Laudadio, Giampiero Schiano e Luciano Saltarelli mettono in scena, sotto l’egida di uno dei nomi più importanti del teatro italiano ed internazionale – Teatri Uniti – due atti unici di Eduardo De Filippo, insieme ad un prologo da I pensionati della memoria di Luigi Pirandello, guidati dalla regia di Francesco Saponaro.

Sul palco incantano, suscitano la sana risata, accompagnano per mano nel dramma e nell’ironia della scrittura di De Filippo con quel gusto dolceamaro e tremendamente serio che solo Eduardo sapeva mettere nei suoi testi.

Dolore sotto chiave scorre sotto gli occhi del pubblico, colpisce per la fermezza, la durezza della messinscena legata alla forza degli argomenti in ballo. Si costruisce e struttura il contraltare ironico dello spettacolo, tra una platea partecipe e divertita e gli attori solcati dal dramma e dalla profonda interpretazione. Ed è proprio l’interpretazione di questa versione dell’atto unico a costruire uno strano sapore di empatia tra il pubblico e gli attori fino al finale, sorprendente, che lascia uno strano amaro in bocca, tra l’ironia del gioco ed il dramma appena osservato sul palco.

Pericolosamente è squisitamente riletta, ampliata in battute che danno un gusto più intenso alla scena e non violentano il copione originale. L’atto unico è costruito intorno ad un divano e due quinte bianche che campano sul palco come imperterrite assolate pareti di un interno napoletano e catapultano, da sole, nell’intimità di un’atmosfera familiare rubata quasi ad un sogno e pronta ad esplodere nell’incredibile farsa tra Arturo e Dorotea. La rappresentazione è semplice, scarna da ogni altro accessorio che non siano gli attori e che utilizzano tutto la scena per costruire spazi di relazione che esplicano ulteriormente il testo, tra l’inganno e le paure di continue pistolettate a salve.

Straordinari gli attori, gustosa la regia tanto minimalista quanto precisa e puntuale. Una, anzi due riletture che meritano di essere viste ed assaporate fino in fondo.