Diamo a Nicola quel che è di Nicola

[author title=”di Salvatore Orlando” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2016/02/1-e1454523638225.jpg”][/author]

 

Diamo a Nicola quel che è di Nicola. Ossia la Casertana

Polemiche, crisi di risultati, contraddizioni a raffica cancellati dalla trasferta di Catania? Potrebbe essere positiva la risposta, anche se c’è da aspettare qualche verifica. Purtroppo la Casertana, dopo un girone di andata a dir poco strepitoso, si è ritrovata ad affrontare marosi che improvvisamente si sono levati dietro il soffio di un ventaccio che mina la tranquillità che tutto l’ambiente sperava fosse più duratura. Da non dimenticare affatto che i falchetti ad inizio stagione erano partiti coi programmi ‘ridimensionati’ da parte della società. Che in virtù di quella forza hanno cominciato ad inanellare risultati su risultati che li hanno portato ai vertici della classifica. E solo quando le ottime prestazioni della squadra hanno convinto anche i più scettici che il ‘salto di qualità’ era possibile che si è inceppato qualcosa. Il tutto – altra contraddizione – in concomitanza con una campagna acquisti di gennaio che pochi frutti ha dato – per ora – all’economa della squadra. I capri espiatori sono stati facilmente individuati. Prima la stampa, finita sotto accusa non si sa bene per quale motivo, poi lo stesso tecnico della squadra, al quale non si sa quale colpa attribuire dal momento che al suo esordio assoluto nella categoria, ritengo abbia fatto molto più del dovuto per tenere alto il blasone rossoblù. Particolarmente curioso il pretesto di indire il silenzio stampa che ancora perdura. Non entriamo nel merito, la società saprà fare le sue valutazioni e se questo atteggiamento potrà essere utile alla causa, ne prendiamo atto. almeno daremo dimostrazione che anche noi giornalisti tifiamo per la Casertana e vogliamo – come tutti gli altri – che possa raggiungere determinati obiettivi. Ma il punto importante della questione è un altro. Ed è quello che riguardo il timoniere del natante. Quando Romaniello dava punti di distacco a squadre costruite con ben altre ambizioni era la scelta giusta ed oculata sul quale la società aveva scommesso con successo. Quando allo stesso tecnico sono stati messi a disposizione calciatori illustri ma che decisamente – per stato di forma o per ragioni tattiche – non erano indispensabili alla causa, non è stata data allo stesso Romaniello la forza per poter governare un gruppo fino ad allora vincente, ‘rafforzato’ dagli ultimi acquisti. Cosicché il tecnico non ha più potuto gestire la squadra come fino a quel momento e la prima sconfitta in casa ha provocato la scossa delle sue dimissioni. A quel punto – tralasciando di approfondire quel che è successo immediatamente dopo – la società gli ha chiesto di tornare sui suoi passi ed ecco che, d’incanto, la Casertana a Catania ha sfoderato la prestazione che ha fruttato i tre punti. Emblematico l’abbraccio finale, con Murolo in testa all’allenatore di nuovo ‘riconosciuto’ dalla squadra. Morale della favola: se a Romaniello – a prescindere dal suo valore – si dà la possibilità di tornare ad essere la guida di questa squadra si può ridare fiato alle speranze di aspirare a risultati importanti, se si va in confusione di ruoli si precipita nel caos più totale.