[author title=”di Dolly” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2017/05/IMG-20170519-WA0031.jpg”][/author]
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Iniziano, a casa dei miei nonni materni, i giorni più belli della mia adolescenza. Mio nonno presta servizio in Polizia, mia nonna una famosa sarta che cuce personalmente gli abiti per il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, di quando era in carica e anche dopo. Mia zia “zitella“ospite anche lei e la new-entry nella famiglia:”Dolly, moi“.
Ricordo che mio nonno mi lasciava andare a scuola da sola perchè secondo lui il modo per guadagnarsi la fiducia “era dare fiducia”, ma al primo errore si perdeva tutto. All’uscita mi veniva a prendere con la sua bici. Adoravo andare in bicicletta così lui chiese alla nonna di preparare un comodo cuscino per la mia seduta posteriore. Sento ancora il vento tra capelli quando Lui pedalava veloce suonando il campanello felice mentre io urlavo a perdifiato:”corri,corri,corri più che puoi mio Bartali”. Al rientro da scuola trovavo a tavola tutte le mie pietanze preferite,preparate dalla mia adorata nonna.
Il pomeriggio studiavo accanto a Lei mentre cuciva con la sua meravigliosa “Singer”, che oggi è in mio possesso e ricordo ancora la lampadina appesa con un sottile filo che l’accompagnava fino a notte fonda mentre cuciva gli abiti delle prime comunioni, abiti da sposa e meravigliosi outfit per il Presidente Leone e la sua famiglia. Tra mille rocchette, metri di stoffe, cartamodelli, gesso, aghi, orli e merletti trascorrevo i miei meravigliosi pomeriggi.
Non mancava d’inverno il braciere…quel famoso “braciere” usato in famiglia per riscaldarsi, nelle lunghe serate d’inverno e per unire tutti i componenti di casa. Mia nonna mi ripeteva sempre:”Stai attenta non ti avvicinare troppo perchè se ci caschi dentro ti bruci!”. In me iniziò a prevalere il senso di sfida con il pericolo e per le cose vietate! Ed ecco che accade…Dolly sale sul bordo di legno che reggeva il braciere ed inizia a girare cantando:”giro,girotondo, casca il mondo….e ci casco dentro in pieno..col sedere!”. Mia nonna inizia ad urlare, il nonno e la zia accorrono dalla stanza accanto come fulmini e mi ritrovo in braccio al nonno piangendo a dirotto e urlando dal bruciore. Mi svestono subito e chiamano il medico di famiglia che accorre in pochi minuti. Mi uscirono bolle su tutto il sedere e per un mese fui costretta a medicazioni contunue e potevo indossare solo indumenti di puro cotone o lino.
Di pomeriggio la nonna dopo il riposino pomeridiano mi teneva compagnia con i racconti della sua vita e tra le sue storie …ricordo quella del “Lupo Mannaro“, quella della signora chiamata “La Badessa”e della famosa “Nanninella la pazza“. La leggenda del Lupo Mannaro mi veniva spesso ripetuta quando facevo troppi capricci ed avendo paura era l’unico mezzo per tenermi buona; mentre “La Badessa” e “Nanninella la pazza“mi veniva raccontata quando facevo la “brava” o avevo preso bei voti a scuola. La “Badessa” era una signora che abitava nello stesso portone dei nonni: una donna mai sposata ma sempre ben curata accoglieva i bimbi di amici o i nipoti dei suoi cugini, abbandonati per troppa povertà e nonostante non fosse agiata nemmeno lei, li adottava e li cresceva tra mille difficoltà. Badessa perchè era di corporatura molto robusta ed aveva sempre un turbante in testa e urlava a destra e manca dettando ordini a tutti. “Nanninella la pazza” invece era un vecchina molto ricca ed ex cliente di nonna fino a quando un giorno la sua memoria vacillò e iniziò ad inventarsi mille storie con frasi senza senso. Si recava a casa delle persone a qualsiasi ora del giorno e della notte per raccontare le sue storielle inventate. Per questo motivo le persone, spiando dalle finestre delle loro case il suo arrivo, si affrettavano a chiudere i famosi “scudi”, le tapparelle di oggi, fingendo di non essere in casa.
A luglio si festeggia Sant’Anna, Patrona della mia città. I miei nonni per l’occasione preparavano, in grosse vasche di plastica, pezzi di ghiaccio, bibite ed anguria fresca per dissetare gli accollatori, che portavano sulle spalle la “Vecchiarella” in giro per la città.
Giorni d’immensa felicità. Sedevo sulla finestra che dava sulla piazza principale e in prima fila osservavo le tante bancarelle che vendevano il torrone, noccioline, giocattoli ecc. Una gioia indescrivibile quando mio nonno mi annunciava dopo cena di prepararmi e scendere con lui. Una sola bancarella catturò la mia attenzione per i famosi “zoccoletti” bianchi lucidi con il tacco, “scarpina” molto di moda a quell’ epoca. Indossarli per me significava sentirmi finalmente DONNA. Contro la volontà di mia nonna che decisamente non approvò quell’acquisto, “gironzolai “per giorni e giorni con quegli zoccoletti super rumorosi in casa, ticchettando come una matta, cadendo e inciampando ogni 3 passi perchè proprio non sapevo camminarci.
Ai miei 16 anni finalmente arriva il regalo tanto atteso (all’epoca desiderato da tante mie coetanee ma essendo molto costoso, non tutte potevano permetterselo) un dono dal mio adorato nonno: la bicicletta Bartali rosa con cestino in vimini sempre in rosa. Una felicità indescrivibile. Mio nonno mi ha insegnato ad andarci e a rimanere in equilibrio….sostenendomi con una mano dietro alla sella e correndo a tal punto da restare senza fiato.
La nonna invece mi ha insegnato, con la sua mitica Singer, a cucire, ad impastire e fare le pieghe ai pantaloni, alle gonne e cucire i bottoni. Mi ha insegnato a cucinare rivelandomi i suoi ingredienti segreti. E vi dico che la sua cucina era da MasterChef: super stellata! Ancora oggi ricordo l’odore del suo sugo domenicale che inebriava tutta la strada ed io attendevo con ansia la fetta di pane col sugo, i suoi famosi carciofi arrostiti, la sua pizza fatta in casa e la sua carne arrosto, cotta sulla famosa “fornacella”con i carboni.
Un giorno come tanti nel mese di agosto, la nonna inizia la giornata di buon mattino, facendo il bucato a mano, per poi svegliarmi e lavarmi nel famoso “catino”, aiutandomi a vestirmi. Fatto ciò si avvia a fare la spesa.
Al suo rientro trova mio padre che ogni giorno passa a trovarci, anche perchè ha sempre amato sua suocera. Mio padre richiama mia nonna per essere uscita per il caldo eccessivo di quel giorno,e lei rivela di avere uno strano mal di testa.
Nel giro di poche ore la ricoverano in ospedale diagnosticandole un ictus.
Trascorrono 10 giorni. Vado da lei tutti i giorni, le do io da mangiare perchè ha chiesto espressamente di voler mangiare solo se imboccata da me. All’improvviso noto dei medici parlare con i miei genitori, ma non riesco a capire cosa si fossero detti; so solo che poco dopo fanno rientrare mia nonna a casa con un’autombulanza….osservo soltanto in silenzio e seguo tutti come un robot. Giungiamo tutti a casa dei nonni e quando la sistemano nel suo lettone lei chiede di me. Entro e tutti escono, resto sola con lei, lei mi osserva…ci scambiamo sguardi che non dimenticherò mai…intensi, colmi d’amore, di gioia, di dolore, di lacrime…quelle lacrime e quell’ultimo suo filo di voce che mi sussura:”fai la brava a nonna. Nonna ti amerà sempre e comunque e con te resterà sempre”…fu l’ultima volta che la vidi e udii la sua voce…un dolore straziante, lancinante ricordo le urla e le lacrime a dirotto…il mondo mi crollò addosso. La parte migliore di me non c’era più. La mia regina,la mia seconda mamma, la nonna migliore del mondo, la mia ancora, i suoi occhi azzurri come il cielo si erano spenti per sempre, il Mio Tutto non l’avrei più visto…il suo odore non l’avrei più sentito…. “Oggi sento ancora il suo odore…vi sembrerà assurdo,ma lo sento….sento e ricordo tutto ancora oggi”….SEI SEMPRE CON ME NONNINA-MAMMA MIA ADORATA ANNA.
Mi aspettavano giorni bui,tristi,vuoti, insignificanti. Nulla più mi dava gioia, nè i regali, nè zietta che mi straviziava cercando di non farmi sentire la mancanza di nonna e nemmeno nonno che cercava qualsiasi cosa pur di vedermi di nuovo tornare a sorridere ed addirittura a far danni. Nulla più…Non c’era più il Mio tutto. Rientro a casa dai miei genitori. Credevano che cambiare aria mi facesse bene. Tutta routine e nulla di diverso. Un mattino alle 4:00 accade qualcosa. Quel maledetto mattino dei miei 17 anni appena…..(continua)
Appuntamento alla prossima puntata Venerdì 2 Giugno 2017
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