Squadra contestata ed atti violenti al Pinto. Danneggiata le auto dei calciatori, in fiamme quella di De Angelis
[author title=”di Salvatore Orlando” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2016/02/1-e1454523638225.jpg”][/author]
Domenica da incubo, domenica da dimenticare, domenica in cui è meglio stare zitti. Hanno già parlato e molto eloquentemente in campo la squadra e negli spogliatoi il presidente Corvino. Atteggiamenti e parole che non fanno altro che fare emergere ancor di più le contraddizioni che caratterizzano l’andamento della Casertana in una stagione che si può ancora salvare ma a condizioni ben precise. Partiamo proprio dagli spogliatoi dove si registrano le dichiarazione del presidente che illustrano la situazione attuale del momento rossoblù. Amareggiato, deluso, umiliato, il massimo dirigente si è lasciato andare a moti di sconforto che ben presto sono sfociati in confusione quando è stato sollecitato su degli argomenti che lui stesso aveva posto. Ha esordito dicendo che si è immediatamente reso conto che la sua squadra era destinata alla sconfitta appena vista la formazione scesa in campo. Allora qualcuno ha chiesto se fosse ancora solida la posizione dell’allenatore. A quel punto con candore da fare invidia al giglio più puro Corvino si è lasciato sfuggire: se la formazione la fa Romaniello, chiederò conto a Romaniello, in caso diverso chi ha fatto la formazione dovrà assumersi le sue responsabilità. Impaccio e sgomento in sala stampa, tra i cronisti al seguito della squadra. Cose che non si verificano neanche nei campionati di Prima Categoria, che non fanno altro che alimentare le supposizioni che in tanti hanno ipotizzato finora ma che nessuno mai si è sognato di farlo uscire allo scoperto. Certo si potrà obiettare che potrebbe essere stato un modo come un altro per dire che ‘senza ombra di dubbio’ in ogni squadra che si rispetti la procedura naturale è che la formazione la manda in campo Romaniello ma fin dai tempi di Verazzo abbiamo sentito dire che viaggiano ‘fogliettini’ prima e durante le partite. Non ci mettiamo la mano sul fuoco, ma vox populi…
Le dichiarazioni di Corvino non hanno fatto altro che spargere benzina sul fuoco in una giornata poco felice per la storia della Casertana e non limitata agli ultimi tempi. Troppo alta la posta in palio, troppo sentito il derby d’alta quota per far passare in secondo piano una sconfitta tennistica come quella maturata al Vigorito. Troppe attenzioni focalizzate su questa partita per antiche rivalità e recenti ‘apparentamenti’ ventilati con dissimulate verità. Fatto sta che sia l’atteggiamento della squadra sul rettangolo verde sia il turbolento post partita ha provocato la legittima – ma non giustifcata quando sfocia nella violenza – reazione dei tifosi. I quali al rientro della squadra al Pinto hanno inscenata una dura contestazione alla squadra e sono passati alle vie di fatto danneggiando le auto di alcuni calciatori, arrivando a dar fuoco a quella di Gianluca De Angelis, il meno colpevole in questo campionato delle – poche ma significative – disgrazie rossoblù.
La società ha deciso inoltre di mandare in ritiro i falchetti per l’intera settimana a Cava dei Tirreni. Osiamo sperare che sia un modo per tenere lontani i calciatori dal vortice della contestazione, non crediamo che debba considerarsi un ritiro punitivo. Perché con tutti i limiti tecnici del caso continuiamo a sostenere che staff tecnico e squadra sono i meno colpevoli, tenendo ben presente come stella polare il traguardo prefissato ad inizio stagione, con il proclamato programma di ridimensionamento promulgato dalla società. Che poi per vicissitudini altrui e per meriti propri la Casertana si è ritrovata a combattere viso a viso con squadre come Benevento, Foggia, Lecce, partite con ambizioni superiori, questo è un altro fatto…
Anche di questo devono tener conto i tifosi. Come pure del fatto che – forse per strafare – a gennaio si è messo mano ad un giocattolo che finora ha funzionato a meraviglia e che tante, troppe scelte si sono rivelate inopportune. Su quell’impianto bisognava intervenire in un sol ruolo: sostituire il dichiarato partente Rajcic – se proprio il suo addio era inevitabile – in ottica anche dell’immediato infortunio a Capodaglio. Invece si è andati a cercare alternative che alla lunga hanno sottratto spazio ai vari Rainone, Tito, gli stessi attaccanti, gente che fino a quel momento aveva svolto un ruolo di primaria importanza, con un affidamento acclarato dai fatti.
Era previsto – l’aveva promesso il presidente Corvino – l’imminente fine del silenzio stampa. Benevento provoca la marcia indietro. Questa volta, personalmente, scelta condivisibile. Perché sarebbe opportuno far parlare solo i fatti, con una repentina inversione di tendenza. Probabilmente il Vigorito ha dato una prima sentenza sul futuro della Casertana da qui a fine campionato ma quel che è importante è che non si verifichino d’ora innanzi altre umiliazioni per questa maglia, questa città, questi tifosi come quella nefasta di oggi pomeriggio. Che tutti ne prendano coscienza, anche quelli che ritengono che tutti i mali di questa realtà sono da attribuire alla stampa e che a giugno i giornalisti devono attrezzarsi in una colletta per rilevare le quote societarie.