“La scelta del governo di far votare gli italiani il 17 aprile comporta che i tempi per informare i cittadini sul referendum sulle trivellazioni in mare e sull’ importanza del quesito siano strettissimi, ma ce la metteremo tutta per coinvolgere gli italiani in questa partita importantissima”. Sono le dichiarazioni riportate sul sito stampa.it di Rossella Muroni, presidente di Legambiente.
“Sarebbe stato necessario avere più tempo a disposizione per spiegare che tutto il petrolio presente sotto il mare italiano basterebbe al nostro Paese per sole 7 settimane – prosegue Muroni – mentre già oggi produciamo più del 40% di energia da fonti rinnovabili. E che se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare Sì, perché così le attività petrolifere in mare entro le 12 miglia andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni”.
Sul sito invece di greenpeace, vengono forniti sei motivi ai cittadini per votare sì al referendum:
1)difendi il tuo diritto di scegliere
2)una perdita di petrolio comporterebbe un disastro ambientale
3)si mette in pericolo il mare per un pugno di barili
4)ci guadagnano solo i petrolieri
5)la ricchezza del nostro paese non è petrolio
6)le trivelle non risolvono i problemi energetici
Dall’arci al WWF, da GreenPeace a Legambiente, e una serie di comitati e associazioni stanno cercando di diffondere quanto più possibile, sfidando la mancanza di tempo, l’informazione su una tematica così scottante e che riguarda non solo l’ambiente ma tutti noi.