CASERTA – Nel rincorrersi tra dichiarazioni e dichiarazioni sul biodigestore in zona Ponteselice, mentre si attende l’ultima parola, è il gruppo territoriale di Forza Italia a dire la sua, forte di considerazioni e valutazioni che arrivano da lontano, dall’amministrazione Del Gaudio con le prime valutazioni e ricerche sul luogo da destinarsi a sede definitiva dell’impianto.
Abbiamo incontrato il consigliere comunale del gruppo di Forza Italia Roberto Desiderio per capire di più sulla vicenda del Biodigestore illustrando tutte le problematiche che questo impianto potrebbe creare nelle nostre zone.
Perche’ secondo il suo punto di vista la scelta di un biodigestore a Caserta è sbagliata?
«Affermo oggi, con convinzione, che tale impianto non può essere realizzato in città, sarebbe una scelta folle e dannosa. Non è una affermazione di principio ma un convincimento, maturato negli anni. L’impianto, per quanto utile in via di principio alla città di Caserta, non può essere realizzato per motivi sia logistici che di opportunità.
«È di tutta evidenza che, a meno di modifiche delle norme regionali, non ci sono aree idonee e distanti dalla conurbazione e la politica non può scegliere senza considerare l’impatto di un impianto del genere nella città della Reggia.
Facciamo un passo indietro: gia’ durante l’amministrazione Del Gaudio si parlava di interventi sulla questione dei rifiuti e sulla questione degli impianti sicuri
«L’amministrazione Del Gaudio, con più atti deliberativi, iniziò nel 2012 le procedure per realizzare l’impianto immaginando di utilizzare i finanziamenti regionali disponibili. La prima area, individuata per norma sulla base dei piani regionali, era quella de Lo Uttaro. Per poter effettuare una valutazione completa e decidere in serenità, in passato, si ritenne opportuno affidare l’analisi dei suoli alla competente società inhouse del Ministero dell’Ambiente, la Sogesid.
«A seguito di tale intervento e dopo l’iniziale caratterizzazione delle aree ci si è resi conto, non semplicemente sulla base di speculazioni o tentazioni ideologiche che non ci hanno mai appassionato, che il livello di inquinamento delle falde acquifere in tale zona non consentiva di ammettere iniziative anche diversamente impattanti.
Infatti alcune ordinanze sindacali hanno ribadito il divieto di utilizzare i pozzi delle acque, nella zona, anche ad uso irriguo.
«Per questi motivi, sempre alla ricerca di dati certi e certificati da soggetti competenti, istituzionalmente e professionalmente, l’amministrazione Del Gaudio ha affidato alla Eper Sun di Caserta il compito di orientare l’Ente.
Lo studio, ancora oggi attualissimo, definì in maniera chiara la possibilità di realizzare l’Impianto in zona Ponteselice sempre in riferimento alle norme stabilite dal Piano Regionale. Addirittura la Sun suggerì di costruire con sistema modulare, nel tempo e con le nuove tecnologie, un impianto molto simile, per certi versi, ad un termovalorizzatore. Il quadro tecnico era chiaro.
Era necessario affidarsi, per decidere, a valutazioni di coscienza ed opportunità.
«Con alcuni Consiglieri Comunali, me compreso, il sindaco del Gaudio per ben due volte, visitò un piccolo impianto, in prossimità del Centro Commerciale Campania, più o meno analogo a quello da realizzarsi.
Si poté, certamente constatare che un olezzo la faceva da padrone. Per quanto verificato, si decise di soprassedere.
«Non si può essere sempre fermi ed immobili sui propri convincimenti, si può e si deve cambiare idea, sicuramente accrescendo le proprie prerogative e la propria esperienza.
Certo i finanziamenti pubblici, la riduzione dei costi per l’energia a carico dei cittadini, rappresentano elementi fortemente allettanti, ma non si può non considerare l’enorme agglomerato urbano che insiste in prossimità della zona di Ponteselice e la vicinanza della Reggia ed anche che l’area limitrofa all’Asi è profondamente cambiata, più urbanizzata più abitata.
«Non possiamo immaginare abbastanza cosa sarebbe accaduto, appena tre anni orsono, se a Caserta, capitale mediatica della Terra dei Fuochi, si fosse realizzato un impianto, anche il migliore del mondo.
Il 24 ottobre del 2017 La III Commissione speciale ‘Terra dei Fuochi, bonifiche ed ecomafie’ del Consiglio regionale della Campania si riuni’ per discutere dello Stato di attuazione del Piano Regionale dei Rifiuti con riferimento alla realizzazione degli impianti per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata in Provincia di Caserta, che cosa emerse da quella audizione?
«Il quadro oggi come allora non è mutato. In commissione regionale Terra dei Fuochi, presidente Giampiero Zinzi di FI, componente Massimo Grimaldi, di FI, il Comune di Caserta, presente all’audizione del 24 ottobre 2017, con il responsabile tecnico delegato dal Sindaco Marino, Ing. Iovino, ha riferito inesattezze fuorvianti. Testualmente ha detto “il comune ha assunto i seguenti impegni: realizzare un impianto per il recupero e la valorizzazione energetica della sola frazione umida dei rifiuti con produzione di energia e di biogas e ammendante agricolo, fornire in tal senso idonei indirizzi ai progettisti, disponibilità di individuare eventuali siti idonei ad accogliere l’impianto da realizzare alternativo a quello previsto in zona Lo Uttaro, con il coinvolgimento di Arpac, Sogem, Regione Campania e dei progettisti”.
«Ed ancora: “rapportarsi con il competente ufficio regionale al fine di suggerimenti, indicazioni, delucidazioni e quanto altro necessario allo scopo, disponibilità a costruire un gruppo di lavoro (Maggioranza e Minoranza) finalizzato a informare in progress i Consiglieri comunali sulle varie fasi del procedimento di realizzazione dell’impianto; coinvolgere le Amministrazioni dei Comuni limitrofi informandole in progress sulle varie fasi di realizzazione degli impianti”. Questi impegni in effetti l’Amministrazione, come ha deliberato, intende onorarli per cui tutte queste fasi che porteranno alla realizzazione dell’impianto saranno osservate integralmente, quindi posso garantire, a nome del Sindaco con il quale ho parlato ieri sera, che tutte queste azioni saranno messe in campo dall’Amministrazione. Naturalmente queste sono azioni che dovrà fare la politica e non i tecnici. Come responsabile del settore ho dato incarico di fare un aggiornamento dello studio di fattibilità dell’impianto da realizzare ed è una fase indipendente dalla localizzazione del sito che se non sbaglio, poiché questi impianti sono realizzabili solo in zona ASI e noi abbiamo due zone ASI a Caserta, zona Uttaro e zona Ponteselice. Quindi suppongo che uno di questi siti verrà individuato come localizzazione dell’impianto da realizzarsi. Del resto la Regione Campania ha già individuato il Comune di Caserta come assegnatario del finanziamento, per la realizzazione di questo impianto di compostaggio. Tutte queste azioni, il coinvolgimento dei Comuni, delle Associazioni e tutto il resto saranno senz’altro onorate dall’Amministrazione”.
«Niente, al riguardo, è stato fatto dall’ amministrazione Marino, lo sanno anche in Regione, vedi la dichiarazione di Ruocco (Dirigente Struttura Missione Regione Campania): “è stata fatta, da parte della struttura, una quantificazione rispetto agli ATO di competenza che, come sapete, con la nuova legge regionale sui rifiuti, la gestione del ciclo dei rifiuti sarà individuale per ogni ATO.
Per cui scendendo nel caso di Caserta, questa aveva dato prima una disponibilità, poi ha pensato di cambiare destinazione perché c’erano state una serie di dissensi per quanto riguarda quella de Lo Uttaro… (Intervento fuori microfono): c’erano state una serie di cose per cui ha riproposto questo sito originario nell’area ASI di Ponteselice ove noi abbiamo fatto un sopralluogo. Quindi abbiamo fatto una valutazione a volo d’uccello su quest’area, la quale ha capacità di estensione notevoli, però ovviamente abbiamo anche noi osservato delle criticità. L’abbiamo inserito in questo elenco allegato alla delibera 123 e questo perché Caserta è un Comune importante, è baricentrico rispetto poi alla configurazione degli ATO”.
«I consiglieri comunali del Comune di Caserta, si può affermare senza tema di smentita, non sono mai stati coinvolti sull’argomento, nel senso dichiarato sia da Iovino che da Ruocco, una cosa gravissima, alla quale il Sindaco ed il Presidente del Consiglio non possono sottrarsi. Intanto non è il caso di realizzare l’impianto, non si deve fare a prescindere, anche se c’è un finanziamento regionale, anche se Caserta potrebbe essere ristorata ampiamente dalla realizzazione ed i denari recuperati potrebbero essere spesi per sistemare la rete viaria, l’illuminazione, le scuole e tanto altro ancora.
Nessun risparmio per i cittadini, perché i costi per i comuni per lo smaltimento vengono fissati, equamente per tutti i comuni componenti, dall’ ATO rifiuti e, allo stato, il costo si aggira sui 150 euro a tonnellata, per tutti. Balle quelle del Sindaco Marino riferite ad una riduzione di costi per i casertani, per lo smaltimento dell’umido.
Capita di cambiare idea. L’ importante è che l’ impianto non si realizzi in questa modalità ed in quell’area.
«Per questi motivi ho già partecipato e sarò sempre presente per oppormi alla realizzazione dell’impianto. A Caserta nei prossimi anni si dovrà parlare solo di Reggia e di Turismo, Non di immondizia e di terra dei fuochi».
Come Gruppo cittadino qual e’ la vostra proposta alternativa?
“Noi, come gruppo cittadino non siamo contrari all’impiantistica in genere, ci rendiamo conto e non da adesso, che c’è bisogno di impianti perchè l’umido non può scomparire e può essere una notevole risorsa, ma non è certo così che vogliamo risolvere il problema, ne’ vale il principio che debba essere fatto per non perdere il finanziamento. Ma poi, visti i collegamenti e la forza della tanto richiamata “filiera”, l’amministrazione Marino può avere un migliore trattamento e peso nelle sue scelte, purché condivise con il popolo ed il consiglio comunale che lo rappresenta”.