Colpo d’occhio straordinario al teatro Metropolitan di Aversa dove la coalizione che sostiene Marco Villano nella sua corsa a sindaco, senza alcun nome di richiamo, ha scelto di parlare alla città. Teatro gremito come in poche altre occasioni, in un crescendo di entusiasmo che ha visto il popolo di centrosinistra acclamare a gran voce la necessità di cambiare, di chiudere definitivamente una stagione politica in cui spesso interessi personali sono stati anteposti al bene comune. Sul palco si sono alternati gli interventi dei rappresentanti delle otto liste: Francesca Carizzone per Aversa Più, Imma Bortone per Aversa Popolare, Carmine Esposito per il Partito democratico, Luigi Menditto per l’Udc, Rosario Capasso per Terra Libera, Pasquale Fiorenzano per Marco Villano Sindaco e Mariano d’Amore per Ci Siamo. Accanto al giovane candidato sindaco anche la deputata Camilla Sgambato e il senatore Lucio Romano. Nelle prime file i candidati al consiglio comunale e poi via via tanti cittadini comuni accorsi per ascoltare Villano. Nei vari interventi è stato ricostruito il percorso che ha portato alla costruzione dell’alleanza che ripropone l’alleanza politica di governo e regione. Da Menditto che ha ricordato l’importanza delle primarie a Capasso che ha ricordato il buono fatto dalla precedente amministrazione fino a Mariano d’Amore che ha fatto un paragone calcistico sui possibili eletti della coalizione di De Cristofaro fino alla panchina che vede “Zinzi, Caldoro, Ciaramella e Cesaro. L’unica squadra che ha gli stranieri in panchina”. Dopo d’Amore è toccato al candidato sindaco che ha parlato a braccio per venticinque minuti, venendo più volte interrotto dagli applausi. Un discorso in cui ha riproposto la forza del suo programma che punta su vivibilità, mobilità sostenibile, rigenerazione urbana, trasparenza, legalità e turismo. Non è mancato poi un passaggio su quanto detto ieri nel corso dell’evento con Berlusconi: “Non conosco questa persona credo che non sia di Aversa e allora gli dico noi siamo il partito della legalità e della trasparenza. Non temiamo nessuno”. Netto anche il passaggio sui no detti in campagna elettorale: “Abbiamo detto dei no perché dobbiamo dare il segnale che chi pensa di avere pacchetti di voti non sarà più il padrone della città, non potrà più decidere quando è il momento di mettere fine ad un’amministrazione. E’ il momento del cambiamento e del protagonismo per una generazione che ha scelto di voler diventare classe dirigente”. “E’ venuto il momento di risvegliarsi, di ritrovare il senso di comunità, di sentirsi nuovamente orgogliosi di essere aversani”.