Capua. Il caso del neon al Pizzi: un collare e terapie per Vanessa Carlea, altro che bufala

[adrotate banner=”17″]

Non è stato un risveglio come tanti altri, questa mattina per Vanessa Carlea, la ragazza di Capua, colpita ieri alla testa da un neon staccatosi dal soffitto della sua aula, la 27A, al Pizzi. Al dolore per l’incidente occorsogli si è aggiunto anche la delusione di come il caso è stato trattato. Andiamo con ordine e vediamo prima la situazione patologica che la stessa studentessa descrive chiarendo la dinamica di quanto successo nel corso della famigerata sesta ora, durante la lezione di Storia dell’Arte.

“Inizialmente, dopo essere stata colpita dal neon – spiega Vanessa – non sentivo nulla, come se niente fosse successo. Dopo cinque minuti ho cominciato ad avvertire i primi dolori alla testa e al collo. é stato chiamato il 118 che mi ha visitato superficialmente, mi hanno misurato la pressione (180) e mia cugina, compagna di classe, ha avvertito i miei genitori. Qualcuno mi ha detto più volte che non era ‘successo niente’ ed io ero solo in preda alla paura. Ciononostante ho voluto recarmi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Caserta, dove sono rimasta per sette ore e mi hanno riscontrato una inversione ella colonna cervicale e un leggero trauma cranico. Dovrò portare un collare ortopedico per tre giorni e mi hanno propinato una cura di medicinali e siringhe”

colllarino-ortopedico

Al danno riportato si è aggiunta anche la beffa per Vanessa. Il caso anomalo ha portato la famiglia a comprare qualche giornale e qui è sopravvenuto lo sdegno quando la mamma ha letto che il ventilato incidente era unicamente frutto della fantasia dei compagni di classe di Vanessa, che non era stata colpita alcuna ragazza, perché il neon che si era staccato dal soffitto era stato intercettato da una rete di protezione. Eppure dalle foto diramate dai compagni di Vanessa mostravano chiaramente i frantumi del neon cosparsi sul pavimento… La stessa Vanessa ha pubblicato la foto del collare di cui ha dovuto fornirsi per sostenere alta la testa ed ora c’è anche un referto dell’Ospedale di Caserta che parla. La famiglia Carlea chiaramente, ma tutti i compagni di classe della sfortunata alunna del Pizzi i sentono offesi da alcune affermazioni che tendono a minimizzare, addirittura a mettere in dubbio l’accaduto. Come se la pubblicazione della notizia fosse una speculazione ai danni di qualcuno e non una denuncia tendente a chiarire che, a dispetto di tante chiacchiere millantate, i nostri edifici scolastici necessitano di accurata manutenzione per fornire la sicurezza necessaria agli alunni che li frequentano.

Salvatore Orlando

[the_ad id=”19973″]