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Solo la buona sorte ci consente di non star qui a raccontare l’ennesima tragedia, aggravata ancor più dal fatto che la protagonista finale sia una bambina innocente di appena tre anni, del tutto ignara di quanto le succedeva intorno.
La dinamica dei fatti è stata a lungo sviscerata attraverso i comunicati stampa che l’Arma dei Carabinieri ha diramato sin dalle prime ore di ieri. Sulla vicenda indaga sia la compagnia di Capua, competente per la territorialità del fatto, sia quella di Santa Maria Capua Vetere, in quanto dopo la tragedia appena sfiorata, i soccorsi sono stati prestati all’Ospedale Melorio, da dove è partito l’sos verso i militari.
Innanzitutto le condizioni della bambina. La piccola dopo le prime medicazioni al nosocomio sammaritano è stata trasportata in una struttura napoletana dove con una operazione le è stato estratto il bossolo dalla mano sinistra. Di certo non corre pericolo di vita, ma data la tenerissima età ancora non è possibile stabilire se ci saranno conseguenze in futuro circa eventuali menomazioni dell’arto. Dalle prime indicazioni sembra che la bambina dormisse, per cui facile ipotizzare un possibile trauma per un risveglio così burrascoso. Assieme ai soccorsi usuali del 118 fondamentale il contributo dato dai Carabinieri che – come spesso accade, ma vieppiù nel caso specifico – hanno saputo coniugare il supporto psicologico alla nuda e cruda realtà dei fatti. Ci si chiede come mai a quell’ora di notte una biba della sua età sia in giro per le strade della provincia, sebbene in compagnia dei genitori. Pare che la sosta a quel bar di Vitulazio sia iniziata molte ore prima e solo il protrarsi della conversazione – che si andava animando sempre più – avrebbe portato ad un’ora così profonda nel cuore della notte. Quando i toni diventavano sempre più accesi la coppia di Vitulazio decideva di abbandonare il ritrovo e si dirigeva verso Santa Maria. All’altezza del Cimitero di Capua veniva raggiunta dalla Panda Rossa, occupata da almeno tre degli interlocutori del bar di Vitulazio. Evidentemente il papà della bambina non accettava l’invito a fermarsi e quindi partivano otto colpi di pistola, dei quali, fortunatamente uno solo colpiva la bimba. La quale era stata adagiata in macchina in posizione perpendicolare al senso di marcia. Se fosse stata sistemata nella posizione classica, probabilmente uno o più proiettili l’avrebbero potuto colpire alla schiena e le conseguenze sarebbero state molto più gravi.
L’uomo fermato nella serata di ieri, il 32enne Biagio Capasso, residente a Bellona è ora ristretto in carcere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che potrebbe svolgersi tra oggi e domani. Da esso dovrebbero scaturire ulteriori particolari sull’accaduto quali i nomi dei suoi complici, ma soprattutto le motivazioni che lo hanno spinto a far fuoco verso una macchina nella quale, molto difficile che non lo sapesse, era alloggiata una bimba di tre anni.
Salvatore Orlando
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