Il presidente del TC auspica la discesa in campo di una figura istituzionale dall’alto profilo per risollevare le sorti della città
Caserta. Per un periodo aveva cullato il sogno di essere protagonista di questa campagna elettorale e dare una impronta precisa alle evoluzioni che avrebbero portato il nuovo inquilino a Palazzo Castropignano, ma dopo una attenta analisi Massimo Rossi ha messo da parte utopie e voli pindarici e rientra nel suo ruolo di cittadino attivo, interessato senza però tradire le sue aspettative perché Caserta possa avere una guida sicura e decisa verso uno scatto d’orgoglio.
“Avevo cullato il sogno di mettere insieme un gruppo che potesse veramente essere determinante nel riproporre un nuovo modello di città, ma mi sono dovuto arrendere all’evidenza. Caserta non è pronta per certi progetti e non per colpa dei cittadini, bensì di una classe politica che non riesce a catalizzare l’interesse comune. Mi sono reso conto – in questa esperienza che è durata il sogno di un mattino – che quando si tenta di confrontarsi con qualcuno ci si ritrova a fare i cconti solo con le poltrone da occupare, tralasciando programmi e progetti per la città. Di questo passo non si va da nessuna parte”.
Nelle ultime ore ci sono state altre defezioni eccellenti (Cutillo, Mancino) dopo che erano state ufficializzate o quasi le candidature; probabilmente per gli stessi motivi che ha enunciato Rossi, per cui il problema non è solo del presidente del TC Caserta, bensì anche di altri…
“Fortunatamente ho avvertito il fenomeno molto prima di spingermi ulteriormente in avanti – spiega Rossi – ho potuto constatare che ancora non siamo pronti per determinare quel rinnovamento, basato sulla capacità e sulla volontà di una nuova classe dirigente di perseguirlo. Io spero di arrivare a questo traguardo in tempi brevi, ma a mio modesto avviso, siamo ancora molto lontana”.
Caserta ha quindi bisogno di una inversione di tendenza. A giocarsi la palla sembra essere sempre i soliti noti. Come fare per uscire da questo impasse?
“Quantunque poco fiducioso – conclude Rossi – resto un inguaribile ottimista. Io credo che Caserta possa esprimere una figura istituzionale dal profilo non alto, ma altissimo. Ecco, basta che qualcuno di questo spessore decide di giocare la partita, estromettendo nel contempo quanti si sono resi responsabili delle recenti macerie e si trova il bandolo della matassa. Dirò di più, se tra una decina di giorni dovesse verificarsi questa ipotesi, sarei il primo – nella massima umiltà e per amore della mia città – a mettermi in fila per offrire il mio piccolo contributo alla causa”.
Salvatore Orlando