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Consiglio comunale a Palazzo Castropignano, avvenimento non frequente di questi periodi. Ma l’adunanza urge perché c’è ancora da aggiungere qualche tassello al puzzle di Carlo Marino, in notevole ritardi rispetto alla tabella di marcia. Un assise preparata da tempo perché il sindaco non vuole farsi trovare spiazzato. Già qualche incidente di percorso ha caratterizzato la prima fase della sua amministrazione, ora ci sono altri piccoli passi da compiere per dare parvenza di unità ad una maggioranza così composita e i mal di pancia sono alimentati sin dal giorno seguente al ballottaggio. Non è affatto una cosa pacifica che all’indomani della vittoria quattro degli eletti decidono i confluire in un unico gruppo; che qualche tempo dopo due dei consiglieri del Centro Democratico decidono di passare tra le file del partito socialista, isolando in pratica Maddalena Corvino che, tra l’altro e strettissima congiunta del coordinatore cittadino di quel partito. E stiamo parlando di questioni esclusivamente afferenti la maggioranza, ovvero quella parte che il successo alle urne avrebbe, almeno per il primo tratto del cammino, dovuto volare sulle ali ell’entusiasmo. Ed invece…
Tralasciata la scelta degli assessori, da tutti i consiglieri definita come la migliore squadra possibile quando si parla ufficialmente, ma sulla quale non manca chi storce il naso, l’autentica patata bollente per la maggioranza è stata, probabilmente lo sarà anche oggi, è l’individuazione del presidente del Consiglio. Si è assistito in questo periodo anche a dichiarazioni piuttosto superficiali come ad esempio paragonare la figura ad un tecnico, come se il presidente del Consiglio sia assimilabile alla funzione di segretario comunale o un qualsiasi altro dirigente, tralasciando il ruolo politico che la figura impone. Probabilmente gli attuali consiglieri sono stati fuorviati dalle pochissime righe che lo Statuto assegna al ruolo. Ebbene oggi, dopo ben tre tentativi andati a vuoto, dovrebbe uscire la fumata bianca. Il PD senza mezzi termini ha chiesto che spetta ad esso. Due le motivazioni di fondo, la prima perché il reggente ha in questo periodo calamitato a sé il consenso di tutti grazie ad una buona conduzione dell’assemblea unitamente alle sue doti di equilibrio e imparzialità. Al punto tale che anche le opposizioni si sono capacitate della scelta che potrebbe ricadere su Michele De Florio. Ma qui casca l’asino. Vuoi vedere che le migrazioni da un gruppo all’altro in seno all’assemblea sono state studiate per contrapporre a Marino un peso specifico diverso dalla composizione originale proprio in ottica delle due prestigiose cariche da assegnare? Stamattina se ne dovrebbe sapere qualcosa in più salvo una nuovo rinvio del punto all’ordine del giorno. Per i resto è ordinaria amministrazione. Marino comunicherà le nomine degli ultimi due assessori, Antonella De Benedictis e Stefania Caiazza che hanno già da tempo preso in mano le redini rispettivamente degli Affari Generali e delle Politiche Urbanistiche e Edilizia Residenziale. La prima, portata in dote al sindaco da Terra Libera, assume anche la carica di vicesindaco e relazionerà sin dal debutto su due delibere concernenti i Debiti fuori Bilancio.
Salvatore Orlando
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