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Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo consiliare Speranza per Caserta il comunicato stampa che integralmente pubblichiamo.
Lascia decisamente sbalorditi la delibera di Giunta Comunale n.62, con la quale il Sindaco Marino riporta nell’agenda della città la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti (indifferenziato ed umido) sul territorio comunale. Un “digestore anaerobico” da realizzare, secondo gli intendimenti dell’amministrazione, in zona Lo Uttaro, sul suolo dell’ex mattatoio comunale, altra grande “pietra dello scandalo” casertana, con capitali enormi dilapidati senza che la struttura entrasse mai realmente in funzione. Ci lascia interdetti, questa delibera, perché in un sol colpo cancella una serie lunghissima di atti e provvedimenti di senso contrario! Andiamo per ordine. Già nel 1997, quando la questione era stata archiviata dai migliori tecnici, scienziati e istituzioni presenti in Italia e compulsati dal Prefetto Delegato; ciò a seguito della richiesta dell’Amministrazione Bulzoni di “valutare e verificare la possibilità di realizzare sul territorio comunale l’impianto di compostaggio (finanziamento FIO di 20 miliardi e 400 milioni)”. La risposta fu circostanziata (venne effettuato anche un sopralluogo aereo con l’elicottero della polizia di Stato) e decisamente negativa, mentre furono indicati altri possibili siti, quest’ultimi idonei, ubicati nei territori di Maddaloni e Marcianise. Venendo a tempi più recenti, con Delibera del Consiglio Comunale di Caserta n. 31 del 8 novembre 2011 “Problematiche relative al sito di stoccaggio di Lo Uttaro”, il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha espresso la volontà di assoluta contrarietà all’entrata in funzione di un sito di stoccaggio e trattamento di rifiuti non pericolosi e di stoccaggio di rifiuti pericolosi ubicato in via Edison Loc. Lo Uttaro e ha espresso, altresì, la volontà di “inibire definitivamente qualsivoglia attività concernente il ciclo dei rifiuti sull’area in parola e su quelle confinanti”; ancora, con Delibera n. 51 del 27/06/2013 il Consiglio Comunale ha chiesto, ancora una volta all’unanimità, all’ASI di prescrivere il divieto di realizzare impianti di recupero/trattamento di rifiuti di qualsiasi natura nell’area di Lo Uttaro.
Ma non finisce qui! Il Piano Regionale di Bonifica, approvato con DGR n. 129 del 27.05.2013, ha individuato nella regione Campania 7 Aree Vaste, tra cui l’Area Vasta di Lo Uttaro, inserita tra gli ex Siti di Interesse Nazionale “Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano”, nelle quali i dati esistenti inducono a ritenere che la situazione ambientale sia particolarmente compromessa, a causa della presenza contemporanea, in porzioni di territorio relativamente limitate, di più siti inquinati e/o potenzialmente inquinati, tant’è che la Regione Campania ha finanziato interventi di bonifica, atteso che le attività di caratterizzazione hanno evidenziato una contaminazione da metalli pesanti nella falda acquifera. La Legge Regionale Campania n. 20 del 9 dicembre 2013, all’art. 10, prescrive che nelle aree vaste individuate dal Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati della regione Campania è vietato, dalla data di entrata in vigore della stessa legge, l’insediamento di nuove industrie insalubri di prima classe.
Infine, come è ammissibile un tale intervento a gamba tesa, in un’area che nel preliminare di PUC (forse è per questo che non è stato ancora approvato?) è ipotizzata con tutt’altre destinazioni?
Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Evidentemente il sindaco Marino, al quale prestissimo sarà rivolta una proposta di deliberazione sul tema da parte del gruppo consiliare di Speranza per Caserta, intende gareggiare per spregiudicatezza e capacità di “giravolte” con il suo amato premier Renzi, che in pochi anni è riuscito a cambiare totalmente idea sul ponte di Messina. Appare chiaro, visto tutto quanto elencato in precedenza, che quello di Speranza non è un “no” a prescindere, e non siamo ammalati di sindrome “Nimby”. Vorremmo semplicemente che la tutela ed il rispetto del territorio e della salute dei cittadini vengano sempre prima le logiche del profitto e dell’imprenditoria. Sul territorio provinciale servono impianti, soprattutto per il trattamento dell’umido, questo è chiaro. Ma esistono, senza dubbio alcuno, luoghi più idonei sul territorio comunale di Caserta.
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