Caserta e la beffa del Reddito di Inclusione, c’è posto solo per 60 richieste a settimana

L'Ufficio Contrasto alla Povertà sarà aperto dal 5 dicembre e solo due giorni alla settimana ed acetterà massimo 30 domande al giorno. Entro gennaio sarebbero solo 120 le famiglie casertane che potranno accedere al sussidio

CASERTA – Mentre tutti i Comuni italiani e si sono già attivati per identificare i beneficiari del Reddito di Inclusione (Rei), promosso dal Governo come misura permanente di contrasto alla povertà (introdotta dal decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, emanato in attuazione della legge-delega 15 marzo 2017 con decorrenza dal 1° gennaio 2018) il Comune di Caserta va controcorrente.

La misura che prevede un progetto personalizzato per aiutare il nucleo ad uscire dallo stato di bisogno ed un beneficio economico fino a 187€ nel caso di componente unico della famiglia e un tetto di 485€ al mese nel caso di famiglia in difficoltà con almeno cinque persone a partire dal prossimo primo gennaio avrebbe previsto, secondo norma, che la consegna delle domande per gli aspiranti aventi diritto fosse attivata dai comuni a partire dal 1 dicembre.

In effetti i comuni italiani hanno risposto a questa esigenza attivandosi fin da subito, ma non a Caserta. Con avviso sul sito ufficiale, l’amministrazione cittadina comunica che presso l’Ufficio Contrasto alla Povertà – ex Caserma Sacchi in via San Gennaro 10 Caserta – sarà attivato solo dal 5 dicembre il centro raccolta delle istanze per il sussidio economico REI ma lo sportello sarà aperto solo il martedì ed il giovedì dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00. Non solo, ad una telefonata al detto ufficio per richiedere chiarimenti è stato risposto che saranno massimo trenta al giorno le richieste che gli sportelli potranno accettare.

È assurdo pensare di offrire un servizio così ridotto, soprattutto quando l’attuale amministrazione – ed il sindaco Marino in primis – ha sempre sottolineato la vicinanza ai più bisognosi della città. I limiti orari e di accettazione pratiche dello sportello rappresentano un controsenso ed una beffa nei confronti di quanti hanno davvero bisogno di tale sussidio. Non è difficile immaginare lunghe code agli sportelli, sin dalla prima mattina… per poi vedere giungere agli uffici comunali solo 60 richieste a settimana.

Considerando che il Comune dovrebbe trasmettere entro 15 giorni i dati all’Inps e che l’istituto di previdenza impiegherà il suo tempo per valutare tali richieste, se escludessimo le feste sarebbero solo 240 le richieste che ggli uffici comunali processerebbero entro dicembre e solo 120 arriverebbero all’Inps per valutare in tempo la proposta ed erogare il Rei dal 1 gennaio 2018.

Per un capoluogo di provincia con 78.000 abitanti, prevedere un servizio così ridotto che andrebbe in contro, al massimo, all’accettazione di richieste di sostegno per soli 1.200 abitanti in un mese va ben oltre i limiti dell’accettabile. Con la città che si tuffa in basso nelle statistiche nazionali ed una povertà che è sotto gli occhi di tutti la decisione presa dall’Amministrazione nei confronti delle accettazioni delle domande di Rei (la cui compilazione sta già invadendo i Caaf della città) sa di scherzo, ma non siamo a carnevale.

A Natale siamo tutti più buoni? Speriamo che il Sindaco ed i Consiglieri sappiano quello che fanno e si attivino per andare di più – e meglio – verso chi ha bisogno e non può vedersi limitata anche solo la possibilità di accedere ad un sussidio che gli spetta.