[author title=”di Salvatore Orlando” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2016/02/1-e1454523638225.jpg”][/author]
Potrebbe essere stata la partita col Foggia, l’ultimo vero scoglio – almeno sulla carta – della Casertana fino a fine stagione. Ora per i falchetti si prospettano impegni abbordabili, contro squadre che poco hanno da chiedere alla classifica, mentre per i rossoblù resta ancora accesa la possibilità di accedere ai play off. Ma il Foggia, oltre ad aver messo a nudo le carenze di una squadra in disarmo ha provocato anche le reazioni divergenti degli uomini al comando. Ci si aspettava qualcosa in più da uno spettacolo – rigorosamente a pagamento anche per chi ha dato in tempi non sospetti fiducia a questa società – ma le terze forze del campionato si sono affannate sull’uno e sull’altro fronte a disattendere le attese. Anche i dauni non sono stati all’altezza della situazione, limitandosi a controllare e gestire una situazione di supremazia territoriale senza mai dare la possibilità ai padroni di casa di creare problemi ai due estremi difensori alternatisi tra i pali. Insomma i 90′ del Pinto hanno chiarito solo una cosa: entrambe le contendenti conservano intatte le possibilità – in attesa di Cosenza-Benevento di domani sera – di ricercare le migliori posizioni di classifica negli ultimi quattro turno di campionato, ma con serie apprensioni, per quanto riguarda la vivacità del gioco di poter reggere il passo delle concorrenti, ancorché il Lecce, a sua volta, mostra innegabili segni di involuzione. Il Foggia si porta avanti nel confronto diretto e la Casertana le deve rimontare quattro punti se vuole posizionarsi meglio, in virtù anche della doppia sconfitta maturata tra Zaccheria e Pinto. Ma a questo punto pare alquanto velleitario parlare ancora di eventuali traguardi da raggiungere. Almeno per la compagine di Terra di Lavoro, al netto delle dichiarazioni rilasciate dai vertici societari nel dopopartita. Corvino e Lombardi continuano a professare l’unità di intenti che si manifesta anche nelle scelte – non è dato sapere quanto – imposte o accettate sull’uno e sull’altro fronte ma poi istintivamente si lasciano andare a concetti diametralmente opposti. Ora qualcuno cercherà di mettere qualche cerotto ai concetti dilaniati e si punterà ancora una volta a smentire parole dette al cospetto di tutti e ascoltate da tutti. In pratica, mentre Corvino i sala stampa affermava che la prestazione della Casertana non era stata certamente ottimale ma il suo inguaribile ottimismo era confortato dai risultati concomitanti che consentivano ancora un briciolo di speranza; in altra sede l’azionista di maggioranza Lombardi dichiarava di gettare la spugna, in maniera irrevocabile. Motivazione? Le decisioni dell’arbitro che aveva oltremodo penalizzato i falchetti, a suo giudizio in ossequio a qualche decisione derivanti dall’alto. Il più ‘equilibrato’ Corvino invece a precisa domanda rispondeva che bisogna accettare le decisioni in quanto non è possibile mettere accusare di mala fede i direttori di gara. Insomma una diversità di vedute non certamente compatibili tra chi ha in mano le sorti di una società fino a poco tempo fa in lotta per la promozione diretta in serie B.
Al di là di cosa succederà nelle ultime quattro partite del torneo, un nuovo tarlo si incunea nella testa dei tifosi: cosa succederà dopo? Caserta dovrà veramente rassegnarsi a perdere l’uomo che nonostante tutto ha riportato la Casertana a certi livelli? Ci sarà ancora la possibilità di vedere il blasone rossoblù competere ancora con squadre che in alcuni caso hanno fatto la storia del calcio? O dobbiamo prepararci all’ennesima puntata di dubbi, interrogativi, ansie, tribolazioni che hanno contrassegnato buona parte della vita recente del falchetto?
Lombardi fa l’imprenditore di professione. Che ha cercato nel calcio la valvola di sfogo per arricchire le sue aspirazioni, le sue capacità, la sua volontà di impegnarsi anche ad altri livelli. E da imprenditori avrebbe dovuto sapere che Icaro per salire troppo in alto si avvicinò al sole al punto tale da veder liquefare le proprie ali di cera. Troppo importante la sua esperienza nel calcio per non cadere in questa contraddizione. E soprattutto non si combatte un sistema – se si vuole – tirandosi fuori. Ha le energie e le potenzialità di lottare dall’interno. Ed allora faccia capire ai tifosi il senso delle sue parole di sabato sera, pena mettere a repentaglio non solo la vita del sodalizio o la passione dei tifosi, bensì anche il destino della città. Ci dica ora presidente quale futuro attende la nostra realtà.