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Si attende l’arrivo, previsto per oggi dalla Francia, della sorella di Siham Laaraichi per proseguire con le incombenze burocratiche relative alla liberazione della salma della sfortunata ragazza marocchina e quindi predisporre il suo rientro in patria. La morte della ragazza nordafricana, investita dal treno nella giornata di ferragosto, ha lasciato un segno indelebile nell’opinione pubblica ma ancor più nella comunità islamica di Casapulla che la piange come una figlia. I numerosi elementi che ne fanno parte, d’altra parte, si considerano tutta una famiglia e si comportano come tali, condividendo ansie, gioie ed emozioni quotidianamente.
Conoscevo molto bene Siham – afferma Aziz Semri, l’Imam che guida la comunità di Via Kennedy – era una figlia per me. quando è arrivata qui da Milano le ho procurato un appartamento da vivere vicino al mio dove è rimasta per ben tre anni. Tempo fa si è trasferita a Santa Maria Capua Vetere, rione Sant’Andrea, proprio la località che ha visto il suo destino compiersi così tragicamente”.
Sono circa 140 i nordafricani che fanno capo alla comunità di Casapulla, ivi compresi quelli che risiedono nei centri del circondario (Curti, Macerata Campania, San Prisco, ma anche Santa Maria Capua Vetere e Marcianise) e tutti ricordano con affetto la giovane trentenne che non c’è più. Il suo sorriso aveva contagiato tutti sin dal suo arrivo e si era sempre messa in evidenza per la sua disponibilità e la sua generosità. Il fatto che sfruttava le sue doti atletiche per mandare dei soldi a casa faceva parte di un suo progetto condiviso da tutti.
“In pratica – interviene uno dei collaboratori dell’Imam – siamo tutti nelle stesse condizioni. Ciascuno di noi sta qui per questo scopo, ognuno di noi ha lasciato in Africa genitori, figli, congiunti che non hanno mezzo di sostentamento e provvediamo noi dall’Italia, anche se gli aiuti che possiamo mandare giù sono ancora del tutto insufficienti”.
Aziz Semri ha predisposto il tutto al meglio affinché le procedure di rimpatrio seguano delle direttive ben precise. Oggi è previsto l’arrivo dalla Francia della sorella della ragazza, solo in presenza di un familiare abilitato al riconoscimento è possibile effettuare l’autopsia. Quindi la salma sarà liberata e momentaneamente messa a disposizione della comunità islamica che provvederà al rimpatrio. Si è data – giustamente – grande enfasi alla colletta organizzata per raccogliere i fondi necessari all’operazione ed anche molti italiani si stanno portando in Via Kennedy per dare il loro contributo.
“Ma succede sempre così – precisa l’Imam di Casapulla – quando avvengono delle disgrazia ma anche quando qualche membro viene a mancare per cause naturali. Chi di noi può dare il suo contributo lo fa volentieri, perché sappiamo che non possiamo attingere in patria ai fondi necessari per le varie incombenze. Quello che avanza dalla raccolta viene spedito alle famiglie, insieme ai resti mortali del congiunto. Anche in questo caso telefonerò personalmente alla mamma di Siham (il papà è deceduto qualche anno fa) e se mi autorizza consegnerò la somma alla sorella”.
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