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In altre occasioni la provincia di Caserta si era contraddistinta con una massiccia spedizione ai Giochi Olimpici. Rio 2016 è stata molta avara con Terra di Lavoro, in pratica solo due atleti hanno staccato il pass per attraversa l’Atlantico e nell’occasione è stata la disciplina che da sempre ha dato lustro allo sport di Terra di Lavoro, il pugilato e manco a dirlo i due alfieri – Clemente Russo e Vincenzo Mangiacapre – sono della città definita per antonomasia la ‘capitale della boxe’. Chi più di Angelo Musone – neo assessore allo sport dell’amministrazione comunale – ma ancor più il primo marcianisano a partecipare ad una Olimpiade che può dire la sua nell’imminenza dell’esordio dei due pugili a Rio.
“Siamo estremamente orgogliosi – afferma la medaglia di bronzo di Los Angeles 1984 – che i nostri due ragazzi siano in Brasile a rappresentare la nostra terra. E sono ancor di più fiducioso sulla loro prestazione, secondo me nelle rispettive categorie sono i pugili da battere”.
Non si è mai spento nei suoi ricordi e in quello dei suoi tifosi,m il furto perpetrato ai suoi danni in California e per questo Musone mostra qualche preoccupazione solo per i giudizi degli arbitri, anche se nutre fiducia nei mezzi di Clemente Russo e Vincenzo Mangiacapre.
“Qualcuno, forse per mettere le mani avanti, dice che il sorteggio è stato proibitivo. Io sono convinto che dovranno essere gli altri a temere Vincenzo e Clemente perché sono davvero i più forti e legittimamente aspirano a portare a casa il titolo olimpico. Se tutto va secondo determinate regole a marcianise arriveranno due medaglie d’Oro”.
Nel qual caso come dirigente della Federboxe, come asssessore allo Sport, come cittadino e come tifoso, Angelo Musone avrà il suo bel da fare per onorare al top le imprese dei due pugili…
“Godiamoci i match uno dopo l’altro, di certo i nostri ragazzi saranno ricevuti come meritano ma tengo a ribadire ancora una volta che loro stessi innanzitutto, insieme a tutta Marcianse hanno già tanti motivi per sentirsi gratificati. Quando saranno qui tra noi, poi, vabbé anche per la dovuta scaramanzia, vuol dire che ci penseremo allora.
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