Maxi inchiesta: associazione a delinquere, sequestrati 1.117.598,62 euro

All’esito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord che hanno coinvolto svariate decine di persone, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Napoli (Nucleo di Caserta e Nucleo Operativo di Napoli) – con l’ausilio dei reparti territoriali dell’Arma delle province di Caserta, Napoli e Arezzo – hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per un ammontare di euro 1.117.598,62, emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di tre indagati per associazione per delinquere, truffa aggravata in danno degli enti previdenziali, reati finanziari ed impiego di denaro di provenienza illecita.

Il sequestro ha riguardato, in particolare, le quote di partecipazione di 5 società coinvolte a vario titolo nel contesto associativo, 20 conti correnti e libretti postali nonché svariati beni mobili nella piena disponibilità degli indagati.

Le indagini hanno consentito di ricostruire il programma criminoso e i numerosi reati fine, tra cui centinaia di truffe, attuati da un’articolata associazione il cui scopo era di ideare e realizzare sofisticati meccanismi fraudolenti e, in particolare, truffe ai danni dell’INPS, mediante la simulazione di centinaia di assunzioni e licenziamenti di manodopera fittizia con successive indebite compensazioni con crediti inesistenti e, quindi, reimpiego di denaro di illecita provenienza in attività economiche.

E’ emersa la simulazione di oltre 113 rapporti di lavoro nel settore edile Le aziende coinvolte – con cantieri in Campania, Umbria e Lazio – moltiplicavano le commesse ottenute, allo scopo di giustificare l’elevato numero di dipendenti strumentale alla perpetrazione delle truffe.

Un ruolo di particolare spicco nell’associazione è stato ricoperto, secondo l’ipotesi accusatoria, da un 38enne di Frignano, gestore di fatto di tre società (aventi inesistenti sedi  legali a Caserta, Villa di Briano e Frignano e intestate a prestanome) – che erano utilizzate per simulare assunzioni e licenziamenti di fittizi lavoratori al fine di creare artatamente l’apparenza dei presupposti necessari per l’erogazione di prestazioni previdenziali e assistenziali, indebitamente percepite dai richiedenti.

E’ stato inoltre accertato che all’INPS – che ha partecipato agli accertamenti con propri funzionari della sede di Caserta – è stato arrecato un danno patrimoniale quantificabile in euro 642.135,48 per prestazioni indebitamente percepite.