Orta di Atella. Dipendenti comunali ‘furbi’, in 69 a giudizio

Orta di Atella. Ancora sul versante dell’assenteismo, nelle scorse settimane, la Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere ha chiuso le indagini nei confronti di settantanove persone, dipendenti del comune di Orta di Atella (e 1 soggetto estraneo al pubblico impiego), avanzando al Gip del locale Tribunale la richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini consentirono, già il 19 giugno 2015, l’esecuzione, da parte dei Carabinieri della Compagnia di Marcianise e della Stazione di Orta di Atella, di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare coercitiva (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti dei ventiquattro dipendenti ora imputati nel medesimo procedimento.

La richiesta di rinvio a giudizio costituisce il completamento ed il successivo   esito dell’attività investigativa che ha consentito di documentare, lungo l’arco di svariati mesi (anno 2014), anche attraverso le immagini acquisite da una telecamera, come i dipendenti comunali di Orta di Atella, pur figurando regolarmente in servizio, rimanessero in realtà assenti dal lavoro. E’ stato inoltre acclarato come, in molti casi, i dipendenti infedeli – in concorso e alternandosi fra di loro – avessero timbrato i cartellini marcatempo, in ingresso e in uscita, anche per i colleghi assenti. In numerose circostanze, la condotta truffaldina è stata consumata da alcuni appartenenti alla locale Polizia Municipale, i quali si sono avvalsi della collaborazione di altro dipendente comunale, che marcava, per loro, il cartellino.

I delitti contestati ai dipendenti infedeli furono quelli di truffa aggravata in danno dell’ente locale, nonché la speciale ipotesi di reato introdotta dall’alt. 55-quinquies del d.lgs. 165/2001, il quale prevede la punizione del dipendente di una pubblica amministrazione che attesti falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente. Complessivamente, il danno cagionato all’Erario ammonta a circa 85.000 euro.