San Marcellino. Non c’è tregua tra campagna elettorale e dopovoto a San Marcellino. La guerra era aspra prima, nel ‘focoso’ centro dell’agro aversano, rischia di diventare ancora più cruenta dopo che gli elettori si sono espressi. D’altra parte cinque liste con ben 78 candidati ai nastri di partenza, si intuiva sin dalle prime battute che la città sarebbe stata frazionata da rancori e battaglia fino all’ultimo voto. Ed subito dopo l’esito delle urne che col 35% e passa ha consegnato la fascia tricolore ad Anacleto Colombiano, si è scatenata la furia degli avversari. In particolare la lista Bilancia, capitanata da Luigi Bocchino, ha diffuso nelle ultime ore un duro manifesto contro un voto che a suo dire sarebbe stato a dir poco irregolare. In una parola il maggior gruppo di opposizione accomuna remoti e recenti atti che anziché promuovere la rinascita di San Marcellino la relegano a terra ‘senza speranza’. La Bilancia denuncia che subito dopo il voto alcuni amministratori sono comparsi davanti al giudice per ‘abuso di ufficio’ come pure pongono l’accento su alcuni casi di ccompravendita di voti di alcuni candidati avversi e il cui operato sarebbe finito nel mirino della Digos.
Ma dal manifesto si evince anche il mea culpa di Luigi Bocchino e compagni. L’eccesso di egoismo e di protagonismo di alcuni non ha giovato alla causa e se ora la città si trova nelle mani degli avversari è stato per mancanza di coesione tra tutti i gruppi che si opponevano all’attuale primo cittadino. Per quanto riguarda le vicende legali la giustizia farà il suo corso, il lato positivo della vicenda è data da questa presa di coscienza di chi, visto i personaggi da combattere, non si esime da applicare la ‘legge del taglione’, vale a dire occhio per occhio, dente per dente.
Salvatore Orlando