Il referente della DC cittadina lamenta la carenza della politica in vista delle amministrative del 12 giugno
Novanta giorni al voto e situazione ancora ingarbugliata nei due schieramenti che andranno a fronteggiarsi nella chiamata alle urne del 12 giugno. Sia a destra che a sinistra sono ancora imperanti strategie e contrapposizioni delle varie anime che dovrebbero dar vita agli opposti raggruppamenti. Per ora il solo Mirra, scevro da condizionamenti partitici, sembra andare avanti per la sua strada, cercando di aggregare intorno al suo nome ed al suo progetto quanti più elettori potranno essere utili alla causa.
Nel centrodestra dopo la discesa in campo di Rino Capitelli s è creata una fase di stallo in quanto i movimenti ed associazioni che potrebbero condividerne la corsa avrebbero voluto ridiscutere la posizione e l’imprenditore si è anche dichiarato disposto al passo indietro. Ma allo stato delle cose non è ancora uscita fuori una proposta che potrebbe mettere tutti d’accordo.
Dall’altro lato il PD è alle prese con veti e contrapposizioni all’interno e all’esterno e i tre aspiranti candidati a sindaco – Aveta, Schettino e Leone – uno dopo l’altro hanno per il momento rinunciato a misurarsi tra di loro attraverso le primarie. Pare che il centrosinistra possa orientarsi verso un nome di bandiera (Umberto Pappadia) ma anche in questo caso si tarda a far uscire allo scoperto un nome che potrebbe non raccogliere l’unanimità di consensi. E si perde del tempo prezioso.
“Una volta non era così – afferma Giovanni De Rosa, una vita spesa in politica, attualmente referente locale della riesumata DC – coi partiti funzionava diversamente. Quelli che aspiravano alla designazione provenivano da lunga militanza e potevano contare su una corroborata esperienza, al punto tale che quando ci si avvicinava alle elezioni, la designazione veniva quasi in modo automatico e il designato era supportato dall’unanimità dei consensi. Con la nuova legge che obbliga alle alleanze anche i movimenti minori si arrogano il diritto di porre veti minacciando chissà quali catastrofiche conseguenze se non fossero tenute in debite considerazioni le loro velleità od ambizioni”.
Il tempo stringe e non tutti possono dire di aver approntato le cose per tempo in modo da dare a chi dovrà concorrere per la fascia tricolore di presentarsi nella maniera più opportuna all’appuntamento. Ovvio che poi si creano le condizioni di aggregazioni poco omogenee che potrebbero provocare, anche in caso di vittoria, guai maggiori che potrebbero riservare una sconfitta.