San Prisco. Comincia l’era D’angelo tra sorrisi, abbracci e qualche frizione

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San Prisco. Tempo di insediamento per le amministrazioni comunali rinnovate il 5 giugno. Anche San Prisco adempie all’obbligo ma non sono state tutte rose e fiori nell’aula. In genere la prima seduta si risolve in una bella festa dove gli eletti in maggioranza continuano a distribuirsi baci e abbracci – dopo tutti quelli che si sno scambiati dopo l’apertura delle urne mentre per i perdenti c’è il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Alle pendici del Tifata le cose non sono andate tutte per il verso giusto, però. Subito dopo la proclamazione degli eletti e la verifica della relativa eleggibilità sono sorti infatti i primi intoppi. A norma di statuto al punto numero 3 dove essere inserita l’elezione del presidente e vice presidente dell’assemblea. Tale punto invece era stato inserito al punto numero 5; evidentemente la svista non è da attribuire né al neo sindaco, tanto meno al consigliere anziano che presiedeva l’assemblea. Comunque una leggerezza troppo evidente per chi – dall’altro lato della barricata – dall’alto della sua ultraventennale esperienza a svariati livelli non si faceva pregare più di tanto per mettere in imbarazzo una amministrazione appena insediata. Tuttavia su tale punto era la stessa maggioranza a far calare qualche ombra sui lavori. Lo stesso statuto infatti prevede che per l’elezione di presidente e vice del Consiglio Comunale è necessaria la maggioranza qualificata dei 3/4, vale a dire 12 consiglieri su 16 oltre al voto del sindaco che vota con i suoi. Ebbene lo spoglio dello scrutinio ha riservato una brutta sorpresa. Il gruppo di Generazione Futura, onde evitare lungaggini inutili, faceva confluire i suoi due voti (Cinotti e Morgillo) su quelli della maggioranza in previsione di un ‘ritorno’ nella fase di elezione del vice. Ebbene i voti a favore di Francesco Monaco – designato da D’Angelo e company – erano solo 13 mentre le bianche erano 4: indubbiamente si registrava un franco tiratore tra le file del sindaco. Ancor più l’imbarazzo cresceva esponenzialmente fino a diventare plateali proteste da parte di Cinotti e Morgillo quando si scrutinava l’urna per l’elezione del vice presidente con quest’ultimo che raccoglieva esclusivamente il suo ed il voto del candidato sindaco. A quel punto Generazione Futura abbandonava l’aula e non partecipava alla votazione per le commissioni comunali. Indubbiamente si è partiti col piede sbagliato.

Salvatore Orlando