Sistema sempre più incancrenito, resta solo un modo per uscirne

[author title=”di Salvatore Orlando” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2016/02/1-e1456703331345.jpg”][/author]

Caserta. Altra pagina nera per Terra di Lavoro, con un altro primo cittadino (o da poco ex) condotto nelle patrie galere. Questa volta è toccato al sindaco che fino a pochi mesi fa ha amministrato Santa Maria Capua Vetere e con l’operazione di stamattina anche la città del Foro ha conosciuto (dopo Caserta, Maddaloni ed tante altre di minor rilevanza) l’onta di vedere l’uomo che la gente ha scelto essere scortato in carcere. Ancora una volta stiamo qui a dire ‘speriamo sia l’ultimo’ ma l’escalation e la frequenza degli arresti non induce ad un riscontro positivo. La crescente sfiducia nella politica da parte dei cittadini ormai non sembra destinata ad attenuarsi, anzi mostra di prendere sempre più piede. E le forze dell’ordine non conoscono perimetri ideologici. Le intercettazioni telefoniche e le testimonianze dei collaboratori di giustizia che hanno incastrato Biagio Di Muro hanno portato anche ad indagare su Stefano Graziano, presidente regionale dell’assemblea del PD, il quale dopo le sollecitazioni incalzanti dal suo stesso partito, in serata, ha rassegnato le dimissioni da tale incarico. Lo stesso Biagio Di Muro pochi giorni fa dopo un lungo braccio di ferro con altre componenti di Forza Italia è riuscito a spuntarla per veder legittimata la scelta sul suo successore a Palazzo Lucarelli per cui è decisamente trasversale il coinvolgimento dei politici nella nuova inchiesta giudiziaria. Il cittadino, ancora una volta, si sente disorientato. Anche perché sia Di Muro che Graziano stavano spendendo la loro immagine (decisamente quanto meno offuscata, per usare un eufemismo) per sponsorizzare questo o quello nella imminente bolgia elettorale. Di sicuro la giustizia dovrà fare il suo corso e finché i tre gradi non emetteranno il verdetto finale non si può criminalizzare degli innocenti fino a quello stadio. Ma è altrettanto sicuro che lo smacco subito, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, comporterà non pochi problemi a quei candidati da individuati quale la scelta migliore che l’elettore potesse effettuare. Come reagire a questo fenomeno che non sembra essere ancora arrivato all’apice? Come non far tremare quella matita nel chiuso della cabina? Ragazzi qui è tempo di darci una svegliata. Bisogna abbattere questo sistema che sta decimando la classe politica che a quantità industriale incappa nelle maglie della giustizia, sia gli ignari cittadini costretti a pagare le conseguenze – morali e materiali – di atti che i loro prescelti continuano a perpetuare. In che modo? Diventando a nostra volta cittadini impegnati in prima persona, entrando nelle sezioni dei partiti o dei movimenti che si candidano a ruolo similare; valutando e controllando personalmente come intendono muoversi i padroni del vapore; conoscendo direttamente chi si propone nelle varie tornate: sempre gli stessi, sempre adusi a fare promesse e garantire la legge, fino al giorno in cui non siedono su quella famigerata poltrona. Innegabile dire che la democrazia è basata sui numeri e sui consensi, ma entriamo in azione e vediamo come sono acquisiti ed acquisibili quei consensi. Se vogliamo continuare a credere nel dogma costituzionale che il governo appartiene al popolo, dovrà essere il popolo a scegliere. Ma non in maniera passiva, con la lusinga di promesse o la vessazione delle minacce: chi non vuole entrare nel vivo della battaglia, in prima persona, non ha il diritto di andare a votare … su delega