Smcv. Anfiteatro Campano: sequestrato il maxi gazebo di Amico Bio

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Il Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri di Santa Maria Capua  Vetere  hanno  dato  esecuzione  al  decreto  di  sequestro  preventivo  in  via  d’urgenza disposto dalla Procura della Repubblica nei  confronti di Zarzaca Bruno, nato a Capua  il  10.2.1968, res.  in Santa  Maria  Capua  Vetere in via Napoli Vivo II n.6, in qualità di rappresentante legale della Amico Bio Food & Beverage s.r.l.

Zarzaca è ritenuto  responsabile  della  illecita  realizzazione    di  un  manufatto  edilizio  sito  all ‘intemo dell’area  archeologica  dell’Anfiteatro  Romano,  in Santa Maria Capua Vetere (nello specifico una  struttura  in  carpenteria  di  legno, in  forma due telai  longitudinali  a cinque campate,   su un’unica  navata a doppia falda, per dimensioni in stima di 18m x 10m circa e superficie di circa 180 mq,  integrativa  rispetto  a quella  già  ivi  esistente)  in violazione  delle  norme dettate  in materia di tutela paesaggistica ed urbanistica,  recando pregiudizio ai valori archeologici oggetto di protezione.

L’attività   investigativa,   articolatasi   attraverso   tempestiva   attività   di   polizia   giudiziaria, consentiva di riscontrare dapprima l’esistenza del predetto manufatto e successivamente  la totale mancanza di qualsivoglia atto autorizzativo da parte della Soprintendenza e/o del locale Ufficio tecnico.

L’area  indicata,  infatti, risulta oggetto di declaratoria   di vincolo archeologico:   da ciò consegue che l’esecuzione  di opere  e lavori  di  qualunque  genere,  ai sensi dell’art.   21,   comma 4  del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs.  42/2004) ed in quanto subordinata ad autorizzazione del Soprintendente,  prevede un iter burocratico-amministrativo  diverso rispetto a quello  riservato  all’edilizia   privata.  A  tal  proposito, infatti,  ai  sensi  dell’art.   146   D.Lgs. 42/2004,   sussiste un  obbligo  di presentare  alle  amministrazioni  competenti  il progetto  degli interventi  che s’intenda  intraprendere,  corredato della prescritta  documentazione  ed astenersi dall’avviare  i lavori fino a quando non venga ottenuto il citato atto autorizzativo.

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Il grave quadro indiziario,  attentamente  valutato  dall’organo  inquirente,  risultava pienamente confermato   dalla   relazione   redatta   dal   consulente   tecni co,    immediatamente   nominato dall’Ufficio  di Procura;  l’analicità  della stessa ha permesso di appurare che per la realizzazione del manufatto integrativo alcuna Autorizzazione Paesaggistica era stata richiesta né, tantomeno, rilasciata.

Le  indagini  ancora  in  corso  permetteranno  di  far  luce  su  ulteriori  aspetti  della  complessa  vicenda.