PATRICIELLO: “GRAVE ERRORE POLITICO ED ECONOMICO”
“Credo sia necessario lasciare da parte le dichiarazioni di rito e i sofismi: quello di oggi è un provvedimento sbagliato e profondamente ingiusto che non solo è lontano dagli obiettivi che si propone di raggiungere ma che per di più rappresenta un danno enorme per il già fragile comparto agricolo. L’immissione di 35.000 tonnellate di olio di oliva dalla Tunisia è un errore politico, economico e strategico: drogare il mercato con la speranza di stabilizzare il quadro politico tunisino è come pretendere di sollevare un ponte con un fiammifero”.
Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare molisano e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, il voto dell’Eurocamera di Strasburgo che dà il via libera all’introduzione di 35mila tonnellate di olio di oliva senza dazi nell’Unione Europea. Un regolamento contestato con forza dall’intero settore agricolo che teme un crollo dei prezzi oltre che l’aumento di frodi e danni per i consumatori.
“Trovo sia quantomeno discutibile – afferma Patriciello – decidere di eliminare i dazi all’importazione di olio proveniente dalla Tunisia sulla base di considerazioni di opportunità politica. È una misura che, se non aiuta di molto l’economia tunisina, danneggia certamente quella italiana, specie se si considera l’inevitabile crollo dei prezzi con cui i produttori italiani di olio dovranno fare i conti. Sono fermamente convinto circa la necessità di aiutare e sostenere il processo di stabilizzazione politica tunisina – spiega l’eurodeputato azzurro – ma non è la creazione di un problema a risolverne un altro: meglio un sostegno finanziario diretto piuttosto che penalizzare l’intero indotto dell’olivicoltura”.
“Resta da capire – conclude Patriciello – quanto il governo italiano e il PD siano consapevoli che, anche questa volta, a pagare il prezzo più alto sarà il Mezzogiorno e le sue regioni maggiormente attive in questo settore. Un’ulteriore colpo al già fragile tessuto economico di un territorio che, completamente fuori dai programmi di sviluppo economico dell’attuale Governo, ha nell’Unione Europea il suo unico finanziatore”.