Io e Mabel ovvero l’arte della falconeria di Helen Macdonald (Einaudi, € 19,50)
Io, prima di cominciare questo libro, un astore non sapevo bene che tipo di uccello fosse. Le mie reminiscenze in materia di rapaci risalgono a Federigo degli Alberighi e il suo falcone (falcone appunto) o allo sguardo di Michelle Pfeiffer/Isabeau nello struggente Ladyhawke. E comunque mai avrei pensato che un memoir in cui una donna addestra un rapace (astore, nome scientifico: Accipiter gentilis), gli lancia pulcini congelati, ne calibra l’alimentazione perché raggiunga il peso di volo, gli sistema i geti (i lacci di pelle che si infilano nelle cavigliere) potesse essere dirompente.
Ancòra di Hakam Günday (Marcos y Marcos, € 21)
Ancòra è l’unica parola turca che i migranti clandestini conoscono. E Gazâ, il protagonista, che impara da suo padre trafficante a fare il carceriere fin da piccolo, questa cosa la sa bene. «Il nostro lavoro consisteva semplicemente nel portare i clandestini alla latitudine e longitudine giusta. Conducevamo in paradiso chi fuggiva dall’Inferno. A dire il vero, io non credo all’esistenza di nessuno dei due. Ma quelle persone credevano a tutto». [/tie_slide]
Charlie non fa surf di Giuseppe Catanzaro (elliott, € 14,50)
Il venticinquenne Giulio Cernini era pallido quando cantava da bambino dalle suore, intoando cori a Don Bosco. Ed è pallido anche ora, al suo primo giorno di lavoro nello studio legale dell’Avvocato P.